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Zanardi, parla il compagno di squadra: "Era una tranquilla pedalata"

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Un compagno di squadra di Alex Zanardi partecipante alla staffetta racconta la sua opinione in merito all'incidente che ha visto coinvolto l'atleta.

“Una tranquilla pedalata”: così Enrico Fabianelli descrive quella staffetta non competitiva durante la quale Alex Zanardi è rimasto coinvolto nel tragico incidente che lo ha condotto in terapia intensiva a un passo dalla morte. Il 36enne compagno di squadra dell’atleta paralimpico è ancora sconcertato da quanto accaduto e ritiene probabile che in futuro anche gare non competitive come questa andranno messe in sicurezza per proteggere l’incolumità di chi vi partecipa.

Zanardi, parla il compagno di squadra

Nel parlare con i giornalisti Fabianelli, affetto da sclerosi multipla dal 2010 e ciclista dal 2005, racconta il suo punto di vista sulla corsa a cui partecipavano lui e Zanardi: “Noi vedevamo la staffetta come una tranquilla pedalata tra amici e dunque non c’era necessità di chiudere la strada. […] Queste cose purtroppo succedono, è la fatalità. Forse in futuro però le strade andranno chiuse comunque”.

Fabianelli ha poi specificato come la gara stessa per la sua natura non competitiva non necessitasse di autorizzazioni: “La staffetta Obiettivo Tricolore non è una corsa e per questo non necessitava di autorizzazioni. La strada non andava chiusa e io non ho fatto trapelare nessun dubbio sull’organizzazione come insinuato da più parti. Obiettivo Tricolore, ripeto, non è una gara e sta andando avanti per dare un segnale di forza ad Alex Zanardi, che tiene tantissimo a questa staffetta”.

Le parole dell’autista del camion

Rimane sconvolto da quanto accaduto anche l’autotrasportatore 44enne Marco Ciacci, alla guida del camion contro cui si è scontrato Zanardi, che ai microfoni di Sienanews racconta: “Sono giorni difficili, non riesco a dormire, passo le mie giornate a pensare a quel momento. Forse quel giorno sarebbe stato meglio restare a casa, non mi sarei mai voluto trovare in quella strada. Adesso non rimane che sperare, non mi sento una vittima ma spero un giorno di poter riabbracciare Alex Zanardi.