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MotoGP, Iannone sospeso per 4 anni per doping

Iannone sospeso dal motogp per doping

Il pilota 31enne dell’Aprilia, Andrea Iannone, è stato sospeso dal Tas di Losanna da mondo del MotoGP per 4 anni dopo la positività al doping.

La carriera di Andrea Iannone nel mondo del MotoGP è stata sospesa per un periodo di quattro anni a causa del doping. La sentenza è stata emessa dal Tas di Losanna che ha inasprito la durata della condanna inizialmente prevista, pari a 18 mesi.

MotoGP, Iannone sospeso per doping

La commissione che ha analizzato il caso Iannone è stata composta dal presidente Hamid Gharavi e dai giudici Michael Beloff e Franco Frattini. L’accusa rivolta ad Andrea Iannone, pilota dell’Aprilia, è di aver volontariamente assunto sostanze dopanti identificate come drostanolone. La decisione è stata comunicata dal Tas di Losanna che, in questo modo, ha ribadito quanto già appurato dalla Federazione internazionale di motociclismo. Sia il Tas che la Federazione hanno reputato attendibili i dati forniti dall’agenzia antidoping Wada: pertanto il 31enne Iannone non potrà più gareggiare per ben quattro anni, fino al 17 dicembre 2023.

La durata della sospensione è talmente considerevole da far ipotizzare che la carriera del pilota sia ufficialmente giunta al termine. In seguito alla sentenza, Iannone ha dichiarato: «Il giorno più brutto della mia vita».

Intanto, il legale del pilota Antonio De Rensis sta per presentare un ricorso al tribunale civile svizzero, così come è avvenuto anni fa nel caso di Alex Schwarzer. De Rensis, infatti, ha commentato la delibera del Tas con le seguenti parole: «Ho visto delle cose brutte nella mia vita, però questa è terribile. Ci sono argomentazioni e ricostruzioni dei fatti palesemente false. Si è voluto colpire tutto lo sport italiano».

Sepang, 2019: il controllo antidoping

Andrea Iannone è risultato positivo al doping dopo un controllo antidoping effettuato a Sepang domenica 3 novembre 2019, nel weekend fissato per lo svolgimento della gara malese. Appreso il risultato del test, il pilota aveva sostenuto che le sostanze individuate fossero contenute in una bistecca contaminata che aveva consumato presso il ristorante dell’hotel in cui risiedeva col resto della squadra. Il tribunale elvetico, tuttavia, non ha riscontrato prove sufficienti che sostenessero la tesi dello sportivo. A questo proposito, rivolgendosi al Tas, l’avvocato De Rensis ha affermato: «Dicono che abbia preso degli anabolizzanti per rimediare al dolore causato da una brutta caduta a Misano in settembre: è la prima volta che sento una sciocchezza del genere».

Per il Tas, però, l’assunzione di drostanolone è stata intenzionale e, in quanto steroide androgeno esogeno anabolizzante rigorosamente vietato dalla Wada, tale assunzione deve essere sanzionata. La conferma di quanto già stabilito dalla Corte disciplinare della Fim il 31 marzo 2020 era, pertanto, inevitabile.

La tesi della contaminazione involontaria, quindi, è stata duramente rigettata ma il pilota continua strenuamente a difenderla: «Mi sembra tutto un incubo. Dovrei dire addio a tutto per non aver controllato – eravamo a tavola con mio fratello Angelo e mio padre al Sama Sama di Sepang, vicino al circuito malese – da dove veniva una stupida bistecca ordinata al ristorante. Io su di una moto ci sono salito un secondo dopo che mia madre mi ha partorito. E non voglio scendere, non così. Vi prego: fatemi uscire da questo brutto sogno».