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Storie Maledette, come trascorrono il tempo Cosima e Sabrina

Storie Maledette

Storie Maledette, Franca Leosini intervista Cosima Serrano e Sabrina Misseri sull'omicidio Sarah Scazzi.

Le puntate di Storie Maledette andate in onda domenica 11 e 18 marzo, hanno ripercorso il caso di Avetrana, così come è stato appellato il terribile omicidio di Sarah Scazzi. Accusate e condannate all’ergastolo sono Cosima Serrano e Sabrina Misseri, zia e cugina della vittima.

Storie Maledette, Cosima e Sabrina in carcere

A ripercorrere la terribile vicenda, e soprattutto a raccontare come sono diventate e cosa fanno oggi le due donne accusate di aver ucciso Sarah Scazzi, morta a 15 anni, è stata la sempre puntuale e apprezzata Franca Leosini.

Le puntate, andate in onda a distanza di una settimana l’una dall’altra, hanno fatto record di ascolti e, come spesso accade nelle storie che vengono narrate in Storie Maledette, sono state incentrate oltre che sulla vicenda delittuosa, anche su ciò che è accaduto a coloro che ne sono rimasti coinvolti.

La storia di Cosima Serrano e Sabrina Misseri, rispettivamente come già detto zia e cugina della vittima, non si è conclusa nel momento in cui sono state condannate entrambe all’ergastolo, ma ha messo in luce quello che sono diventate oggi, come trascorrono il tempo

Dopo il 21 febbraio 2017, giorno in cui la Corte suprema di cassazione ha definitivamente riconosciuto colpevoli e condannato all’ergastolo per concorso in omicidio volontario aggravato dalla premeditazione madre e figlia, per le due donne si è conclusa ogni possibilità di abbandonare, almeno per il momento, il carcere.

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Cosima e Sabrina nel carcere di Taranto

Le due donne, che sono entrambe confinate nella Casa circondariale Carmelo Magli di Taranto, hanno dovuto dare una nuova piega alla loro vita. Alla fine della seconda puntata di Storie Maledette, la conduttrice ha raccontato, continuando la sua intervista, come trascorrono il loro tempo, qual è la vita che conducono attualmente.

Sabrina Misseri ha deciso di riprendere gli studi, ha infatti deciso di conseguire il diploma di maturità in Servizi socio-sanitari, corso di studio di istruzione superiore della durata di 5 anni. A quanto da lei stesso raccontato durante la sua intervista, trascorre il suo tempo per lo più studiando.

La sua giornata, quindi, si divide tra il lavoro carcerario, aiuta a servire i pasti alle altre detenute e poi si occupa di pulire e sistemare la cucina, lo studio pomeridiano, i corsi di educazione fisica e altre attività ludiche, quali ad esempio il disegno e il cucito.

Le giornate di Cosima

Così come sua figlia Sabrina, che a precisa domanda ha risposto che non riesce al momento a vedere nessun futuro per se stessa una volta che avrà scontato i primi anni, i più duri, della sua condanna, anche sua madre Cosima Serrano è riuscita a trovare tra le mura della casa circondariale una sua dimensione.

Così come ha raccontato lei stessa a Franca Leosini, le sue giornate sono scandite dal lavoro tra l’uncinetto e il cucito. La donna, anche lei condannata all’ergastolo, trascorre il suo tempo ricamando tovaglie e cucendo bambole, le Pigotte, destinate alla beneficienza.

Entrambe, quindi, sembrano perfettamente integrate nell’ambiente che le ospita, e partecipano alle attività che vengono loro proposte, rassegnate all’idea che, almeno attualmente, il carcere è la loro casa.