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Strage del Cermis 1998: la verità sulla vicenda

Il luogo della strage

La strage del Cermis, di cui il 3 febbraio prossimo cadrà il 20° anniversario. Come si svolsero i fatti e le conseguenze per i marines responsabili.

Il prossimo 3 febbraio ricorreranno 20 anni dalla strage del Cermis – la seconda dopo quella del 1976 -, costata la vita a venti persone di diverse nazionalità: sette tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci ed un olandese. Si trovavano nella cabina di una funivia, sul Monte Cermis, in Val di Fiemme, quando furono falciati da un aereo militare americano di passaggio, un Grumman EA-6B Prowler, appena decollato per un volo di addestramento. Al comando c’era un ufficiale dei marines, il capitano britannico Richard Ashby, oggi 46enne, a bordo con i parigrado Joseph Sweitzer, navigatore, e gli addetti ai sistemi di guerra elettronica William Rancy e Chandler Seagraves.

Le indagini e le cause della strage

L'ufficiale con il suo avvocato

Fu immediatamente evidente che l’aereo stava volando troppo a bassa quota, ma le autorità americane cercarono di insabbiare le vere responsabilità di chi avrebbe dovuto garantire la sicurezza dell’operazione di addestramento. Il Grumman EA-6B Prowler viene immediatamente sequestrato dai giudici, mentre l’esercito USA stava già procedendo a smontarlo e arrivarono a stabilire come i fatti si svolsero davvero.

L'incidente

Si trattava dell’ultima missione dei marines ed emerse che i due piloti dell’aereo volavano a bassa quota e ad alta velocità soltanto per divertimento, incuranti delle conseguenze, che in particolare furono lo spezzarsi del cavo della funivia del Cermis con la coda del velivolo. Un pezzo di funivia sarebbe stato trovato incastrato all’interno.

La strage

L’allora presidente americano Bill Clinton si scusò per l’accaduto, ma i responsabili del disastro non furono processati nel nostro Paese ed assolti. Prima ancora la squadra investigativa iniziale venne sostituita da una con a capo di stessi marines, che ovviamente difesero i colleghi, in particolare insabbiando cosa accadde realmente. Distrussero le prove, prima fra tutte il video che era stato girato a bordo per immortalare le “acrobazie” dei militari e il meraviglioso paesaggio alpino e del Lago di Garda che avevano attorno: fu lo stesso Richard Ashby a distruggere il filmato e proprio il giorno della strage. Molto tempo dopo la sua assoluzione, il pilota ammise di aver inserito invece un altro nastro nella telecamera. Altre drammatiche ammissioni vennero fatte nel 2009 da Joseph Sweitzer, intervistato dal National Geographic: egli decise di bruciare la cassetta.

Per i quattro ufficiali responsabili della strage del Cermis vi furono sì delle conseguenze, anche in termini di risarcimenti, ma non certo quelle che si aspettavano i parenti delle vittime, la provincia autonoma di Trento, dove avvenne la strage, e lo Stato italiano.