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Post shock sulla strage di Bologna, De Angelis: “Fioravanti e Mambro non c’entrano”. Infuria la polemica

Strage di Bologna De Angelis

Il post Facebook sulla strage di Bologna condiviso da Marcello De Angelis ha fatto scatenare l’opposizione: cosa ha scritto il politico?

Infuria la polemica sulla strage di Bologna dopo le dichiarazioni postate sui suoi canali social da Marcello De Angelis, cognato dell’ex terrorista nero ed ex Nar Luigi Ciavardini e attuale responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio. “So per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini”, ha scritto.

Strage di Bologna, De Angelis nega la responsabilità dei condannati

“So per certo che con la strage di Bologna non c’entrano nulla Fioravanti, Mambro e Ciavardini. Non è un’opinione: io lo so con assoluta certezza”. Lo ha scritto sul suo profilo Facebook Marcello De Angelis, cognato dell’ex terrorista nero ed ex Nar Luigi Ciavardini e attuale responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio che fa capo al presidente Francesco Rocca.

Nel post, condiviso ad appena 24 ore dall’anniversario del 2 agosto, si legge: “Un giorno molto difficile per chiunque conosca la verità e ami la giustizia, che ogni anno vengono conculcate persino dalle massime autorità dello Stato (e mi assumo fieramente la responsabilità di quanto ho scritto e sono pronto ad affrontarne le conseguenze)”.

“Che non c’entrano Fioravanti, Mambro e Ciavardini lo sanno tutti: giornalisti, magistrati e ‘cariche istituzionali’; e se io dico la verità, loro, ahimè, mentono”, ha scritto ancora De Angelis. “Ma come i martiri cristiani io non accetterò mai di rinnegare la verità per salvarmi dai leoni. Posso dimostrare a chiunque abbia un’intelligenza media e un minimo di onestà intellettuale che Fioravanti, Mambro e Ciavardini non c’entrano nulla con la strage. Dire chi è responsabile non spetta a me, anche se ritengo di avere le idee chiarissime in merito nonché su chi, da più di 40 anni, sia responsabile dei depistaggi. Mi limito a dire che chi, ogni anno e con toni da crociata, grida al sacrilegio se qualcuno chiede approfondimenti sulla questione ha sicuramente qualcosa da nascondere”.

Il responsabile della comunicazione della Regione Lazio, infine, ha chiesto ai follower di rilanciare il suo pensiero e diffondere la (sua) verità sulla strage. “A questo post non basta mettere un ‘mi piace’ dovete rilanciarlo e condividerlo… altrimenti hanno vinto loro, gli apostoli della menzogna…”, ha concluso.

La risposta del politico alle polemiche

Le parole di De Angelis diffuse a mezzo social – appena pochi giorni dopo il discorso del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, in occasione del 43esimo anniversario della strage di Bologna del 2 agosto 1980, ne aveva rivendicato la matrice neofascista – hanno alzato un polverone di portata mastodontica e hanno scatenato una dura reazione del mondo della politica italiana.

Alle critiche che lo hanno travolto, l’ex terrorista nero ha risposto: “Ho espresso il mio dissenso. E sono finito sul rogo. Da uomo libero”.

“Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare”, ha aggiunto in un altro post. “E certo, non lo nego, animato dalla passione di chi ha avuto un fratello morto, vittima di uno degli accertati depistaggi orditi per impedire l’accertamento della verità, con l’utilizzo della falsa testimonianza del massacratore del Circeo Angelo Izzo. E quindi con il diritto personale e familiare di chiedere di approfondire ogni analisi finché non sia dissipato qualunque dubbio”. E ha concluso: “Ho detto quello che penso senza timore delle conseguenze. Se dovrò pagare per questo e andare sul rogo come Giordano Bruno per aver violato il dogma, ne sono orgoglioso”.