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SuperLega, le critiche del tecnico del Sassuolo De Zerbi in conferenza stampa

SuperLega

Il tecnico del Sassuolo ed ex attaccante del Napoli, Roberto De Zerbi, ha criticato e mostrato la propria rabbia nei confronti della SuperLega.

L’ex attaccante del Napoli e attuale tecnico del Sassuolo, Roberto De Zerbi, ha espresso la propria opinione in merito alla SuperLega.

SuperLega, le critiche del tecnico del Sassuolo De Zerbi

Nel corso di una conferenza stampa organizzata nella giornata di martedì 20 aprile, il tecnico del Sassuolo Roberto De Zerbi ha deciso di manifestare la propria posizione in merito alla cosiddetta SuperLega.

Alla vigilia della partita contro il Milan, infatti, l’ex attaccante del Napoli ha dichiarato: “Sono molto toccato e arrabbiato per questa cosa. Ieri ne abbiamo parlato con la squadra per una mezz’ora. È giusto fermarsi come ogni tanto accadeva a scuola quando si fermava il programma e si parlava di ciò che ci circonda. Era giusto che dicessi ai miei giocatori il mio pensiero. Sono molto arrabbiato perché domenica è stato fatto un colpo di stato. Questo episodio equivale ad un colpo di stato nel calcio, nei contenuti e nella modalità. Nei contenuti perché il calcio è di tutti ed è meritocratico. Nella modalità perché si poteva fare alla luce del sole, invece di fare comunicati congiunti a mezzanotte, il sito nuovo, come se qualcuno dovesse porre le bandiere in un posto che aveva sottratto a qualcun altro. È un comportamento che va a ledere un diritto che non è solo circoscritto al calcio: è il diritto che il più debole possa farsi strada e crearsi un futuro più bello. È come se il figlio di un operaio non possa sognare di fare il dottore, il chirurgo, l’avvocato. È una cosa che mi urta i nervi. È come se avessero detto, ai tempi dell’oratorio, il pallone è mio, l’ho portato io e gioco io. È finito il tempo dell’oratorio. Io credo che il calcio abbia un ruolo sociale diverso da tutti gli altri sport, è così per l’Italia e l’Europa, giusto o non giusto. Fare una SuperLega di squadre dove loro decidono chi deve entrare e chi sta fuori, è una cosa che toglie l’essenza del calcio. Io sono partito quest’anno spingendo il sogno del quarto posto, del quinto, del sesto. Forse io e la mia società siamo coglioni perché ancora sogniamo, ma qualche risultato lo abbiamo raggiunto. Qui si tratta di metterci la faccia. Se questo è il calcio moderno, è una roba che non rispetta l’uomo prima del calciatore e del tifoso”.

Concentrandosi, poi, sul Sassuolo, il tecnico De Zerbi ha spiegato: “Noi facciamo parte di un ambiente ricco, dove girano tanti soldi, e allora devono farsi loro delle domande. Non mi interessa se tutte queste squadre sono indebitate. Io sono orgoglioso di far parte del Sassuolo perché ragiona come ragiono io. A gennaio, il Sassuolo è arrivato quarto sul campo giocando con squadre anche più forti di noi. Avremmo potuto rinforzare la squadra, ma io non ho fatto nessuna riunione di mercato con Carnevali, perché ho riconosciuto il momento che stavamo attraversando. L’abbiamo anche pagata questa scelta e se tutte queste squadre sono indebitate, devono farsi delle domande su come hanno gestito le loro aziende. Non è che perché hanno fatto disastri, perché queste società sono gestite da potenti, prepotenti, devono farla pagare alla piccola società che le cose le ha fatte per bene, ai giocatori che sul campo sudano e sognano di poter andare a giocarsi la Champions in stadi importanti contro squadre prestigiose. È tutto sbagliato e credo sia arrivato il momento anche di esporsi. Io domani non vorrei giocare la partita perché il Milan fa parte di queste tre squadre: l’ho detto ai miei giocatori e a Carnevali. Se Carnevali mi obbligherà ad andare, chiaramente ci vado. Ma sono rimasto male”.