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Tassi invariati e inflazione: direttive e proiezioni della Banca Centrale Europea

L'incidente, avvenuto giovedì, aveva coinvolto la moglie del sindaco di Spresiano

La Banca Centrale Europea ha lasciato i tassi invariati confermando un indirizzo ponderato e realistico in attesa di informazioni aggiuntive sull'inflazione

Nella riunione del 14 Dicembre la Banca Centrale Europea ha lasciato i tassi invariati confermando un indirizzo ponderato e realistico in attesa di informazioni aggiuntive sull’inflazione, sulle retribuzioni e sull’andamento dell’economia.

L’inflazione, nonostante una decisa diminuzione negli ultimi tempi potrebbe registrare nel breve periodo un momentaneo incremento: Christine Lagarde ribadisce poi che non c’è recessione nell’area euro e conferma che l’obiettivo della BCE non è quello di favorire una recessione ma di assicurare il più presto possibile il ritorno dell’inflazione al 2% a medio termine. In base alle proprie evidenze, ritiene che i tassi si posizionino su livelli che, mantenuti per un periodo medio-lungo daranno un contributo determinante al raggiungimento di questo obiettivo. D’altra parte dipendiamo dai dati, sostiene il Presidente della BCE, non dalle tempistiche. Nell’ultima riunione non si è parlato di un taglio dei tassi di interesse, nessuna discussione, nessun confronto in merito: il tema è stato semplicemente non discusso. Le decisioni che seguiranno nei prossimi Consigli direttivi garantiranno che i tassi di interesse siano adeguatamente restrittivi finché indispensabile.

Di fatto la Banca Centrale Europea si aspetta che la crescita economica resti limitata nei prossimi mesi. Oltre questo periodo l’economia dovrebbe tornare a crescere anche come conseguenza dell’incremento dei redditi reali, in quanto le famiglie beneficiano del ribasso dell’inflazione e della crescita dei redditi , nonché del miglioramento della domanda esterna. Le decisioni che seguiranno nei prossimi Consigli direttivi garantiranno che i tassi di interesse siano adeguatamente restrittivi finché indispensabile. Secondo recenti stime, nell’UE l’inflazione dovrebbe diminuire nel corso del 2024 per poi avvicinarsi all’obiettivo del 2% nel 2025 e rispetto alla plenaria di settembre, sono state riviste al ribasso le proiezioni per l’anno in corso e per il 2024, mentre il Pil viene visto in crescita dello 0,6% nel 2023 siano all’1,5% nel 2026. La BCE ha inoltre di proseguire la regolarizzazione del bilancio e ha quindi variato il programma di acquisto per l’emergenza pandemica. Intende cioè riutilizzare completamente il capitale riaccreditato sui titoli in scadenza nei primi mesi del prossimo anno, mentre nella seconda metà del 2024 intende diminuire il portafoglio di quasi 8 mld di euro al mese e chiudere i reinvestimenti alla fine del prossimo anno.