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Cellulare esplode e ferisce ragazza, scatta la denuncia

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La vicenda a Terni: il telefono esplode tra le mani di una ragazza, ferendola agli occhi. Ora la denuncia dopo il mancato risarcimento alla famiglia

Nei primi giorni di maggio il telefono prodotto da una nota marca di cellulari era esploso tra le mani di una ragazza, ustionandola, ferendola agli occhi e causando anche danni alla pavimentazione dell’abitazione.

Il fatto in provincia di Terni

La ragazza coinvolta nell’incidente è una diciottenne originaria della provincia di Terni. La ragazza tutt’oggi presenta seri problemi alla vista, ma quando era giunta al pronto soccorso presentava numerosi altri sintomi, tra i quali cefalea, nausea e a causa dell’esplosione avvenuta d’improvviso e in prossimità del volto era in evidente stato di Shock.
Dopo l’episodio il legale della famiglia aveva preso l’iniziativa comunicando l’episodio alla casa produttrice dello smartphone, proprio per capire se e come l’azienda avesse intenzione di riparare all’incidente.

L’inaspettato cambio di rotta del produttore

Da quanto sembra l’azienda produttrice aveva in un primo momento garantito un risarcimento alla famiglia della ragazza, ma, secondo quanto dichiarato dal legale rappresentate Anonio Jezzi è invece accaduta una cosa incresciosa: “dopo l’inquietante episodio ci avevano garantito il pagamento di un risarcimento simbolico, ma avevano fretta di riavere indietro lo smarthphone. Avevano insistito per poterlo avere con la scusa di voler effettuare un perizia che potesse accertare le cause dell’esplosione, poi però sono spariti”.

Un risarcimento “mai materializzato”

Un risarcimento che però non si sarebbe materializzato, nonostante l’atteggiamento di disponibilità mostrato dall’azienda in un primo momento. Il gruppo, nonostante avesse promesso un risarcimento danni simbolico per la ragazza dall’ammontare di 5000 euro, oltre che una approfondita analisi sul telefono per poter verificare le cause del malfunzionamento che ha portato all’esplosione dello stesso, parrebbe avere cambiato rotta, rivedendo le proprie decisioni e interrompendo le comunicazioni con la ragazza e la sua famiglia.

Trattenuto il telefono incriminato

Adesso si scopre, su comunicazione del rappresentate legale della giovane, che non solo l’azienda non avrebbe versato un centesimo alla ragazza, ma si sarebbe perfino rifiutata di restituire il telefono esploso. Riottenere il telefono è necessario alla famiglia, e al loro legale, affinché possa essere eseguita un perizia che stabilisca in modo indipendente quale siano le cause dell’esplosione. Un’accertamento che in questo modo rimarrebbe solamente a carico dell’azienda, fatto che non darebbe le adeguate garanzie di imparzialità o trasparenza.

Insomma una causa che si preannuncia importante, anche perché non è la prima volta che accade, e data la diffusione dei dispositivi elettronici, è una materia destinata a suscitare un forte interesse del pubblico.

Un pubblico che si aspetta di poter essere rassicurato sul fatto che di fronte a malfunzionamenti suscettibili di causare anche gravi danni personali i grossi gruppi industriali siano in grado di prendersi le proprie responsabilità, piuttosto che puntare sull’insabbiamento di simili episodi.