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Terremoto M 4.6, Ingv: 'coinvolte stesse faglie del 2016'

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L'Ingv sul terremoto a Muccia di magnitudo 4.6: 'parte dell'after shock, coinvolte stesse faglie di agosto 2016'

Il terremoto di magnitudo 4.6 avvenuto nel cuore della notte di oggi con epicentro a Muccia, provincia di Macerata, centro Italia, ha riportato i cittadini del centro Italia indietro nel tempo, alle violente scosse avvenute nel 2016. Seppur di intensità inferiore al sisma che diede il via ad una lunga ed interminabile sequenza sismica, il terremoto è risultato comunque particolarmente intenso e ha gettato nel panico i residenti di un’ampia zona compresa tra le province di Ancona, Macerata, Pesaro, Umbria e Lazio, Roma compresa dove la scossa è stata lievemente avvertita. E, stando a quanto affermato dagli esperti, si tratterebbe di un terremoto riconducibile ai fenomeni sismici che da oltre due anni interessano il centro Italia.

Terremoto parla il direttore Ingv

Interpellato nel merito del terremoto M 4.6 di oggi nel centro Italia, il direttore dell’Ingv, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha spiegato che il sisma sarebbe parte del cosiddetto ‘after shock’; si tratta di un fenomeno della durata di anni, assolutamente imprevedibile nella sua evoluzione, e che può portare a terremoti anche particolarmente intensi, come quello avvenuto a Muccia. Ma non solo perchè la sua durata è incalcolabile: può proseguire per diversi anni e spostarsi geograficamente, proprio come sta accadendo nel centro Italia:

“Il terremoto a Muccia – ha sottolineato Alessandro Amato, direttore Ingv – coinvolge le stesse faglie del sisma del 24 agosto e del 30 ottobre 2016. Lo scenario che si prospetta e che stiamo studiando è il classico dei terremoti dove il cosiddetto ‘after shock’ e la durata è imprevedibile. Basti pensare – ha aggiunto – che per il sisma dell’Aquila si sono registrate scosse anche di magnitudo 5 per tre anni di seguito”. Per poi aggiungere che la sequenza sismica “si sta spostando verso la parte settentrionale”.

Sequenza sismica, 86mila scosse dal 2016

Nella fattispecie, la sequenza sismica che interessa il centro Italia è costituita da oltre 86mila scosse registrate da ottobre 2016 ad oggi. Gran parte di esse non sono state avvertite dalla popolazione, poichè di magnitudo inferiore a 2 ma intervallate da fenomeni di intensità maggiore. Amato ha aggiunto che non è possibile prevedere “se ci saranno altre scosse di magnitudo elevata, ma di certo stiamo monitorando la zona anche per vedere se vengono interessate altre faglie. In quanto alla sicurezza l’esperienza ci dice che ci sono casi in cui le sequenze sismiche sembrano essere finite e poi invece riprendono anche diversi anni dopo”.

Ingv, 30-40 terremoti al giorno a fine 2017

Gli ultimi mesi del 2017 sono stati caratterizzati, ha sottolineato l‘Ingv, da almeno 30-40 terremoti al giorno con un incremento della sismicità nei primi giorni di marzo 2018, quando sono stati registrati fino a 100 eventi al giorno. L’evento di oggi rappresenta, rispetto ai mesi di febbraio e marzo, un ulteriore incremento di energia rilasciata dopo il picco di 140 eventi al giorno raggiunto ad inizio aprile. E, ricordano da Ingv, l’aumento di sismicità risulta concentrato, in particolare, nel settore più settentrionale del sistema di faglie attivato ormai più di due anni fa, ed in particolare tra i comuni di Pieve torina, Pievebovigliana e Muccia, provincia di Macerata.