> > Aria di scissione nel Terzo Polo, sempre più vicino il divorzio tra Renzi e ...

Aria di scissione nel Terzo Polo, sempre più vicino il divorzio tra Renzi e Calenda. Giacchetti: “È ora di dividere i gruppi”

terzo polo rottura Renzi calenda

La rottura tra Matteo Renzi e Carlo Calenda e la scissione del Terzo Polo sembrano inevitabili: quali sono i possibili scenari?

Pare che la rottura tra il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, e quello di Azione, Carlo Calenda, sia ormai imminente: quali sono i possibili scenari che si potrebbero verificarsi in caso di scissione del Terzo Polo?

Terzo Polo, rottura tra Renzi e Calenda: la provocazione di Giacchetti

La fine dell’esperimento politico noto come “Terzo Polo” sembra ormai certa. A rendere pubbliche le tensioni crescenti che percorrono il movimento nato dal connubio tra Renzi e Calenda è stato il deputato di Iv, Roberto Giacchetti. “Ha ancora senso che Azione e Italia Viva continuino a stare insieme?”, ha retoricamente domandato il parlamentare.

“Diamo un elemento di chiarezza, ognuno starà dalla sua parte, e sapremo che abbiamo anche un altro avversario politico. Ma continuare così mi sembra assolutamente non solo devastante ma anche deprimente. Ma questa è la mia opinione che sicuramente non sarà raccolta”, ha continuato Giachetti. E ha aggiunto: “Ogni volta che Calenda va in tv attacca Renzi frontalmente. Io ho sempre pensato che rompere quell’alleanza rappresentasse un tradimento degli elettori. Ma noi davvero siamo convinti che non sia arrivato il momento di smetterla con questa finzione, e di sottrarre gli elettori tutti, quelli di Azione e Italia Viva, all’umiliazione di una finzione, di un matrimonio nel quale c’è una parte che evidentemente non sopporta più l’altra e scarica dalla mattina alla sera nei confronti di quella parte insulti, attacchi, addirittura rinnegando le cose comuni che abbiamo messo insieme e erano nel programma?”.

Intervenendo ai microfoni di Radio Leopolda, l’ex dem da sempre su posizioni filorenziane ha risposto in modo secco alla domanda sul se abbia ancora senso che Iv e Azione continuino a stare insieme. “È ora di dividere i gruppi”, ha sentenziato Giacchetti.

La “provocazione” del deputato renziano fa da specchio all’insofferenza dell’ex premier e direttore editoriale de Il Riformista e dagli altri membri del partito. Potrebbe quindi nascondere intenzioni ben più concrete, spingendo molti in Transatlantico a Montecitorio a ipotizzare che la scissione possa avvenire a giorni. Nel caso, si metterebbe definitivamente la parola fine all’esperienza politica che, alle elezioni del 25 settembre 2022, ha visto fondersi renziani e calendiani.

La risposta di Calenda

Subito pronta la risposta di Calenda al deputato di Iv. “Giachetti ha chiesto la separazione dei gruppi parlamentari di Azione e Italia Viva. I gruppi lavorano bene insieme su molte questioni di merito. Ma non vi è dubbio, dal Salario Minimo alla Commissione Covid e all’elezione diretta del premier, stanno emergendo differenze rilevanti. Nei prossimi giorni verificheremo con i vertici di Italia Viva le loro intenzioni”, ha scritto il leader di Azione in un post condiviso su Twitter.

Intanto, secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, nella serata di mercoledì 2 agosto, Calenda avrebbe ammesso con i suoi: “Se Dio vuole, ora i gruppi si divideranno”.

I possibili scenari post Terzo polo e i tempi della rottura Renzi-Calenda

Ma quali sono i possibili scenari che emergeranno in caso di separazione dei due gruppi politici che danno vita al Terzo Polo? Per ora, si attende la riunione dei gruppi parlamentari che verrà organizzata nei prossimi giorni e potrebbe rendere ufficiale la notizia della rottura. Del resto, al partito unico avevano già rinunciato sia Iv che Azione in vista delle prossime elezioni europea, rendendo evidente i malumori che serpeggiano tra i politici dell’una e dell’altra parte. La separazione, tuttavia, è una arma a doppio taglio dato che, al momento, nessuno dei due partiti riesce a raggiungere da solo la socia del 4% ossia lo sbarramento al di sotto del quale non si può accedere all’Europarlamento.

Certo è che Renzi e Calenda si sono divisi su molti temi del programma comuna del Terzo Polo ossia salario minimo(Renzi si è sfilato, rinnegando la misura) o elezione diretta del premier (su cui Calenda ha fatto marcia indietro).

Sembrerebbe, inoltre, che il leader di Azione abbia nuovamente intenzione di volgere lo sguardo al Partito Democratico, diventando presumibilmente un alleato centrista. Renzi, invece, continua a immaginare la nascita di un centro autonomo ma, alla luce del funzionamento dell’attuale sistema elettorale maggioritario, dovrà necessariamente trovare degli appigli politici per non restare fuori dal Parlamento. Escluso un riavvicinamento a sinistra o una mano tesa al Movimento 5 Stelle, è possibile che l’ex premier scelga di guardare al centrodestra con maggiore attenzione magari a Forza Italia?