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The Nun II: un (piacevole) spavento

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In tutte le sale italiane dal 6 settembre 2023, il nono film della saga horror più redditizia di sempre: The Nun II.

Un filo ostinato e tenebroso ricongiunge gli eventi di The Nun II – ultimo capitolo di “The Conjuring Universe”, la saga horror di maggior successo nella storia del box-office cinematografico – ai fatti messi in scena nel suo omonimo prequel del 2018.

The Nun II: la trama

Il demone che Suor Irene – nuovamente interpretata da un’ispiratissima Taissa Farmiga: voto 8 – credeva di aver definitivamente ricacciato negli Inferi, si ripresenta infatti sotto mentite e molteplici spoglie, costringendo la protagonista a rimettersi sulle sue tracce e a seguirne le fitte e diaboliche trame. La chiave di volta, come ben sa l’attento spettatore di “The Nun – La vocazione del male” – è nientemeno che il buon Maurice, del cui corpo si era infine impossessata l’entità demoniaca, proprio agli ultimi sgoccioli – di sangue – dell’interminabile lotta che aveva caratterizzato gli istanti conclusivi della prima pellicola.

Così, sfruttando le belle sembianze di Jonas Bloquet – apparso leggermente “asciutto”, forse intimorito dal proprio stesso ruolo: voto 6 – il demone Valak cerca disperatamente di impossessarsi di una potente e preziosa reliquia. Si tratta degli occhi di Santa Lucia, la celeberrima protettrice dei ciechi della cui strenua fede a lungo si è narrato. In grado di conferire un enorme potere a chiunque ne entri in possesso, il cimelio si trova nella cappella, ormai abbandonata, di un ex convento attualmente adibito a collegio femminile.

Ed è proprio qui, dopo aver mietuto diverse vittime lungo il cammino, che il demone conduce un disturbato Maurice, il quale, nei rari momenti di lucidità, trova anche il tempo di innamorarsi di una delle maestre della scuola, stringendo al contempo un forte e decisivo legame con sua figlia, la piccola Sophie.

Richiamata al suo dovere di esorcista, Irene si vedrà quindi costretta a rinunciare nuovamente alla calma e alla pace tipiche della vita monastica, ritrovandosi infine faccia a faccia con “il” demone del proprio passato, per un finale tutto da vedere, pieno di emozioni (prevalentemente paura) e colpi di scena.

The Nun II: molto più di un semplice “horror movie”

Un film horror, solitamente, pretende di spaventarci, di farci saltare, sbigottiti e tremanti, sulle comode poltrone della sala cinematografica in cui abbiamo scelto di trascorrere il pomeriggio dell’ennesima domenica, o, il che è lo stesso, il tanto atteso venerdì sera che mette il punto a una settimana estenuante. Vuole coglierci di sorpresa, la pellicola dell’orrore, risvegliare in noi l’antico grido primordiale del terrore, entusiasmarci per mezzo del sentimento del timore. A noi che, saldi e sicuri davanti allo schermo, siamo in fondo consapevoli che “quelle cose” terribili non sono mai accadute, né mai potranno accaderci.

Ebbene, devo ammettere che “The Nun II” riesce perfettamente nell’intento, incarnando alla perfezione l’essenza del “Jump Scare Movie”. L’aspetto degno di nota, tuttavia, è come il regista – Michael Chaves, semplicemente sontuoso: voto 9 – sia riuscito a realizzare tale obbiettivo. Ricorrendo a un continuo gioco di sequenze che, nel loro frenetico susseguirsi, ci inducono a vedere – forse sì, forse no? – il demone dove meno ce lo aspetteremmo, ora sotto forma di suora, come da titolo, ora nelle vesti di un enorme capra, il direttore invoglia infatti lo spettatore a esaminare, a più riprese e con un’attenzione vieppiù crescente, le immagini che campeggiano sullo schermo, carpendone definitivamente l’interesse e tenendolo costantemente sulle spine. In gergo: coltivandone la suspense.

Ma “The Nun II” non è soltanto un semplice horror movie. Al suo interno infatti, intrecciate a doppio filo – questa volta color “rosso passione” – si sviluppano due storie, entrambe d’amore. Quello di Irene, soltanto sopito e presagito all’inizio e infine estatico e culminante, per la sua defunta e “mai dimenticata” madre e quello, a questo parallelo, della sua compagna di viaggio, Suor Breda, una ragazza che dapprincipio sembra aver perso la fede – o non averla mai trovata -, salvo poi, nelle battute conclusive del film, trovare in sé il rassicurante calore dell’amore di Cristo.