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Tifone Doksuri, morti e devastazione a Pechino: Cina primo Paese per sfollati ambientali

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Il regime di Pechino costretto a dichiarare lo stato di allerta rosso. Cina devastata da corruzione e cambiamento climatico.

In sole 40 ore è caduta la pioggia di un intero mese. A Pechino si contano i danni del tifone Doksuri che, secondo un bilancio provvisorio e ben filtrato dalle autorità del regime, ha ucciso almeno 2 persone solo nella capitale.

Cina, due morti a Pechino per tifone Doksuri: è allerta rossa

Il tifone Doksuri ha devastato paesaggi urbani e ucciso due persone; due corpi sono stati recuperati nei corsi d’acqua che si irradiano nel distretto di Mentougou. L’intensità dei fenomeni estremi hanno costretto le omertose autorità del regime cinese a dichiarare l’allerta rossa. Dai piani alti di Pechino fanno sapere che “gran parte dei sobborghi sono ad alto rischio di crolli, frane e valanghe di fango“, soprattutto quelli urbanizzati selvaggiamente, non curanti dell’orografia del territorio e della sicurezza degli abitanti.

Dalle analisi del servizio meteorologico merge che solo a Pachino le precipitazioni piovose hanno raggiunto una portata di 170,9 millimetri d’acqua in appena 40 ore, quindi tra sabato e lunedì 31 luglio 2023. In questo breve lasso di tempo è caduta la pioggia che mediamente si verifica nell’arco dell’intero mese di luglio.

Il regime ricco e corrotto, e le popolazioni povere, vittime del cambiamento climatico

Piogge torrenziali e devastanti che agitano ancora una volta lo spettro del cambiamento climatico, in un gigante dell’economia che ha raggiunto livelli di inquinamento allarmanti sia per la Cina stessa, che per il mondo intero. Porzioni enormi di territorio sacrificate in nome del denaro che sta soprattutto marcando la differenza tra élite corrotta del regime cinese e gran parte della popolazione povera, alle prese con inondazioni e frane.

Secondo le organizzazioni umanitarie come Unhcr i primi Paesi per numero di sfollati ambientali sono proprio quelli asiatici, con la Cina in testa per numero di persone costrette alla povertà e alle migrazioni. Nel 2023 i cinesi sfollati a causa del cambiamento climatico hanno raggiunto quota 86 milioni, tutti poveri a cui viene negato l’accesso alle libere informazioni e all’istruzione, vittime di scelte del regime corrotto, costretti a migrare internamente. Seguono India e Filippine.