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Tifone Mangkhut: paura per centrali nucleari della Cina

tifone Mangkhut

Meno vittime del previsto nelle Filippine ma la stima dei danni è ancora da calcolare. E' la Cina però ora ad aver paura del super tifone Mangkhut.

Miete le prime vittime delle Filippine il super tifone Mangkhut, anche se è stato declassato a categoria 4. Dopo aver colpito l’isola di Luzon, l’occhio del ciclone viaggia ora verso le coste della Cina. Preoccupazione infatti per due centrali atomiche nel Guangdong, che si trovano proprio nella traiettoria della violenta tempesta.

Tifone Mangkhut fa meno paura

Anche se declassato a uragano di categoria 4, la potenza del super tifone Mangkhut miete le prime vittime. La CNN riferisce infatti che la terribile tempesta, chiamata localmente Ompong, ha già causato almeno due morti. Il tifone si è abbattuto infatti questa mattina sulle Filippine, in particolare sull’isola di Luzon situata a nord del Paese.

Entrambe le vittime sono donne, uccise dallo smottamento di una collina a causa delle abbondanti piogge. Secondo l’agenzia di stampa francese AFP, le due donne sono state infatti travolte da un’improvvisa frana. Devastanti anche le raffiche di vento, che spira oltre i 270 chilometri all’ora, ben al di sopra quindi della potenza dell’uragano Florence che ha colpito la costa orientale degli Stati Uniti. Il numero delle vittime probabilmente è destinato nelle prossime ore a salire.

Le istituzioni locali però ridimensionano l’allarme. Mentre Mangkhut si avvicinava, infatti, più di un esperto aveva parlato del possibile “impatto umanitario” che il tifone avrebbe causato, memori del super tifone Haiyan (Yolanda) che nel 2013 aveva provocato oltre seimila morti nelle Filippine. “Onestamente, ci aspettavamo di peggio” ha infatti dichiarato alla CNN il portavoce del Consiglio nazionale per la gestione dei rischi e la riduzione dei disastri (NDRRMC).

L’occhio del ciclone sulle centrali nucleari

In queste ore, l’occhio di Mangkhut è nel Mar Cinese Meridionale e si sta dirigendo verso Hong Kong e la Cina meridionale. A preoccupare il fatto che nella sua traiettoria si erigono due centrali nucleari, quelle sulla costa del Guangdong. Gli impianti di Yangjiang e di Taishan assicurano comunque di essere entrati nella fase di massima allerta. La centrale atomica di Yangjiang è difatti a soli 30 chilometri dal luogo in cui Mangkhut toccherà per la prima volta terra, nel pomeriggio di domenica 16 settembre secondo i calcoli delle autorità meteorologiche cinesi.