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Troppo giovane per l'Università italiana: come ha fatto lo studente prodigio a iscriversi in Germania

16enne prodigio iscritto all'Università in Germania

Nonostante la giovane età, il ragazzo è già stato ammesso all’Università, ma in Germania.

Nonostante la giovane età, il ragazzo è già stato ammesso all’Università, ma in Germania. La storia di Matteo Bernardeschi, lo studente prodigio di 16 anni.

Troppo giovane per l’Università italiana: come ha fatto lo studente prodigio ad iscriversi in Germania

Matteo Bernardeschi ha solo 16 anni ma è già iscritto alla facoltà di Ingegneria dell’Università di Berlino. Per le università italiane era troppo giovane e “poco scolarizzato”, ma il sistema scolastico in Germania ha voluto incoraggiarlo e sostenerlo. Il preside Vito Giannini, dirigente scolastico della scuola frequentata di Matteo, l’Istituto bilingue “Vincenzo Pallotti” di Ostia, è stato il primo a capire il talento straordinario di questo ragazzo e ha raccontato la sua storia a Skuola.net. “Il percorso seguito da Matteo è stato ideato da me in quanto ero curioso e interessato a vedere quanto le sue domande fossero frutto della sola curiosità o di un genio nascosto nel profondo” ha spiegato il preside, raccontando che tutto è partito da un video su TikTok visto da Matteo, che ha chiesto spiegazioni ed è andato avanti con gli studi.

Il preside ha spiegato che i compagni di Matteo andavano avanti con il programma, mentre lui riceveva dispense su argomenti più difficili, che approfondiva a ricreazione e al pomeriggio. “Durante il primo liceo, ad esempio, insieme al prof. Artibani abbiamo fatto svolgere a Matteo la simulazione della seconda prova di maturità insieme agli attuali studenti del quinto, e riuscì a completare l’intera prova in un’ora e mezza senza commettere errori” ha raccontato il preside, che ha sottolineato di aver capito che Matteo aveva bisogno di un percorso alternativo per via della sua grande curiosità “Bisogna sfruttare a pieno le domande che i ragazzi fanno durante le lezioni, soprattutto se non particolarmente inerenti con il programma scolastico, e cercare di vedere quanto attraverso degli input dei docenti riescano a svilupparle, facendole diventare delle vere e proprie idee sulle quali costruire il proprio futuro” ha aggiunto.

Matteo all’Università a 16 anni: costretto a lasciare l’Italia

Il preside ha spiegato che il compito dei professori è capire quali sono i talenti degli studenti e farglieli coltivare. “Credo che questo tipo di ragazzi abbia sicuramente bisogno di un percorso alternativo, perché se così non fosse andremmo a buttare un talento che per tutta la vita prenderà ottimi voti ma non si sentirà mai realizzato a pieno” ha aggiunto il preside. “Lo scorso anno Matteo mi chiedeva spesso cosa avessi visto in lui, principalmente perché non capiva come fosse possibile che, durante la terza media, si fosse trovato a parlare di equazioni di primo grado, mentre l’anno successivo aveva perfettamente chiaro in mente il concetto di limite o derivata. La mia risposta è sempre stata la stessa: ero stupito dalla semplicità con la quale riusciva a capire le mie spiegazioni senza un bagaglio di base che gli permettesse di comprendere così profondamente l’argomento trattato” ha aggiunto.

Il preside ha spiegato che la famiglia dello studente è stata molto accogliente e presente in questo percorso, così come i professori, che sono stati tutti molto disponibili e pronti a supportare il ragazzo. “Ci troviamo in un sistema che tende ad appiattire molto il livello di istruzione dei nostri ragazzi e questo porta ad avere tanti buoni studenti ma poche eccellenze. La scuola dovrebbe aiutare i ragazzi a puntare sempre più in alto, ad essere ambiziosi e curiosi della vita ma questo non accade spesso. Credo che questi ragazzi siano il futuro della nostra nazione e sta a noi insegnanti e a chi amministra questo paese permettere ai nostri studenti di rendere al meglio” ha dichiarato il preside, parlando dell’università italiana.