> > “Turbamento e vergogna” di Ratzinger per gli abusi sui minori a Monaco

“Turbamento e vergogna” di Ratzinger per gli abusi sui minori a Monaco

Il Papa emerito Benedetto XVI

Un Papa che prega per le vittime ed un arcivescovo che non le avrebbe difese dagli abusi sui minori, ma sono la stessa persona: Joseph Ratzinger

I sentimenti di Joseph Ratzinger per il dossier sugli abusi sui minori a Monaco stanno fra “turbamento e vergogna”: il 94enne Papa emerito lo ha fatto sapere tramite il segretario particolare, monsignor Georg Gaenswein ma viene ritenuto “poco credibile”. Perché? Innanzitutto lo storico dei fatti. Ratzinger ha palesato i suoi sentimenti in ordine allo scottante report studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl sugli abusi sui minori commessi nella arcidiocesi di Monaco e Frisinga

Ratzinger sugli abusi sui minori a Monaco, la “vicinanza alle vittime” che il report ritiene tardiva 

In più, l’ex pontefice ha voluto manifestare “personale vicinanza e la sua preghiera per tutte le vittime, alcune delle quali ha incontrato in occasione dei suoi viaggi apostolici”. Ha proseguito il segretario: “Fino a oggi pomeriggio Joseph Ratzinger non ha conosciuto il rapporto dello Studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl, che ha più di 1000 pagine, nei prossimi giorni esaminerà con la necessaria attenzione il testo”. 

L’arcivescovo Ratzinger, gli abusi sui minori e un quinquennio di presunti silenzi

Lo studio in questione era stato commissionato dalla stessa arcidiocesi nel febbraio 2020. Quei fascicolo copre un arco temporale lunghissimo (non il più lungo, c’è un dossier analogo sulla chiesa polacca che parte da molto prima) lungo 74 anni di vita diocesana, dal 1945 al 2019. E al di là degli orrori che contiene in formula di responsabilità personale e diretta di pedofili e violentatori chiama in causa proprio (il non) operato del futuro Pontefice. Ratzinger infatti  era arcivescovo di Monaco tra il 1977 e il 1982 e in quattro diverse occasioni non sarebbe intervenuto su alcuni sacerdoti accusati di abusi. Attenzione, quello che il report contesta a Ratzinger è che dall’alto di una posizione in cui “non poteva non sapere” e con ricca documentazione probatoria su questo aspetto lui non avrebbe preso alcun provvedimento. È il motivo per cui gli estensori del rapporto ritengono “poco credibile” la versione del Papa emerito, che a loro dire non avrebbe manifestato “alcun interesse riconoscibile” nel prendere quei provvedimenti. 

Padre Peter, il prete pedofilo che dopo gli abusi sui minori venne trasferito e non punito “all’insaputa” di Ratzinger

Nel 1980 ad esempio venne identificato un parroco pedofilo, padre Peter H., che venne spostato dalla diocesi di Essen a quella di Monaco e Frisinga ma non fatto oggetto di provvedimenti o di avocazioni giudiziarie in Vaticano. Ecco, padre H. continuò imperterrito a violentare ragazzini per anni. E il rapporto cita il fatto che Ratzinger fosse a conoscenza delle ignobili abitudini del prete. A suo tempo il Papa emerito motivò quella latenza sostenendo che lui non sarebbe stato presente alla riunione in cui venne deciso il trasferimento. Non la pensa così Ulrich Wastl, uno degli estensori: per lui Ratzinger “molto probabilmente” era a conoscenza di ciò che accadeva nella arcidiocesi. Perché? Perché per semplice collocazione gerarchica una semplice assenza fisica nel suo caso non avrebbe mai potuto motivare la mancata conoscenza del problema. E se lo conosceva doveva agire, senza opzioni.