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Uccide il suo cane con una balestra e poi lo colpisce ripetutamente con un coltello sulla terrazza del loro appartamento. I vicini di casa dell’uomo hanno assistito all’intera aggressione e hanno prontamente contattato le forze dell’ordine.
Uccide il suo cane con una balestra e un coltello in terrazza: “Era il diavolo”
Prima lo ha colpito con il dardo di una balestra. Poi lo ha finito a coltellate. È successo ad Arezzo quando un uomo di 40 anni si è scagliato contro il suo Rottweiler, massacrandolo a sangue freddo sul terrazzo dell’appartamento in cui vivevano. Ad assistere all’atroce scena, i vicini di casa che hanno subito contattato il 112.
L’aggressione mortale è avvenuta nella serata di domenica 5 novembre.
Quando le volanti della polizia hanno raggiunto l’abitazione, il cane era già morto. Il 40enne, invece, è stato trovato in evidente stato di alterazione e ha asserito di aver ammazzato l’esemplare in quanto “incarnazione di Satana”.
Aggressore sottoposto ad accertamenti medici e psichiatrici
L’uomo è stato portato all’ospedale San Donato presso il quale è stato sottoposto ad accertamenti psichiatrici e medici. In considerazione dei risultati degli esami condotti, pare che il 40enne non avesse assunto droghe né alcol prima di aggredire e uccidere il Rottweiler. Al momento, il paziente è ancora ricoverato in attesa di effettuare ulteriori visite.
L’uccisione del cane, intanto, è stata notificata al magistrato di turno che dovrà stabilire l’ipotesi di reato da formulare a carico del soggetto che si è macchiato dell’atroce delitto.
Uccide il cane in terrazza con balestra e coltello: l’ipotesi di reato
Per quanto concerne l’ipotesi di reato, è possibile che il 40enne venga accusato di uccisione di animale ossia un reato putito all’articolo 544 bis del Codice penale. L’articolo prevede che “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni”.
Non è noto, però, se l’uomo verrà giudicato capace di intendere e di volere, tendendo conto delle dichiarazioni rilasciate in presenza delle autorità e dello stato psicologico in cui si trovava al momento dell’assalto.