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Uccisero il padre violento per salvare la mamma: nuova decisione sul caso dei fratelli Scalamandrè

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Uccisero il padre violento: riduzione della condanna per i fratelli Scalamandrè al termine di un lungo procedimento.

La vicenda dei fratelli Scalamandrè ha acceso un acceso dibattito sulla giustizia e la protezione delle vittime di violenza domestica. I due giovani, accusati di aver ucciso il proprio padre violento, hanno agito per difendere la madre da anni di abusi e minacce. Questo gesto, seppur estremo e tragico, ha spinto il sistema giudiziario a rivedere la loro condanna, mettendo in luce le difficoltà e le contraddizioni nel bilanciare la legge con il diritto alla difesa delle vittime di violenza familiare.

Uccisero il padre violento per proteggere la mamma

I giudici della seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello di Milano hanno deciso di concedere un’importante riduzione della pena ai fratelli Scalamandrè, imputati per l’omicidio del padre, avvenuto il 10 agosto 2020 nella loro abitazione di San Biagio, Genova.

Quel giorno, Pasquale Scalamandrè aveva insistito per incontrare il figlio Alessio, desideroso di convincerlo a ritirare la denuncia per i maltrattamenti nei confronti della madre, la quale nel frattempo si era rifugiata in una struttura protetta in Sardegna.

Davanti al rifiuto di Alessio di modificare la sua posizione, il padre lo afferrò per un braccio, trascinandolo verso il commissariato. Ne nacque una colluttazione durante la quale si consumò l’omicidio, avvenuto con l’intervento del fratello minore, accorso in soccorso durante la lite.

Uccisero il padre violento per proteggere la mamma: cambia la pena per i fratelli Scalamandrè

Secondo i magistrati, i due fratelli furono provocati non solo in occasione del delitto, quando il padre infranse un divieto di avvicinamento tentando con la forza di obbligare il figlio maggiore a ritirare la denuncia, ma anche a causa di un lungo periodo di tensioni familiari caratterizzato da minacce e maltrattamenti rivolti alla madre.

“Seppur avrebbe potuto addurre giustificazioni ben più importanti, si è limitato a descrivere quanto accaduto, senza costruirsi una versione dei fatti a lui totalmente favorevole, anzi ribadendo, sempre, che fino a quel giorno, il padre non aveva mai minacciato ne agito violenza contro di lui o suo fratello”, si legge nella sentenza.

Per questo motivo, i giudici della seconda sezione della Corte d’Assise d’Appello di Milano hanno deciso di concedere una consistente riduzione della pena ai fratelli Scalamandrè: dodici anni per Alessio e sei anni e due mesi per Simone.

Con questa sentenza si conclude un dramma familiare e un processo durato cinque anni con sei sentenze.