> > Vaccini, Locatelli: "Terza dose dopo 5 mesi, obbligo per tutti soluzione trop...

Vaccini, Locatelli: "Terza dose dopo 5 mesi, obbligo per tutti soluzione troppo estrema"

locatelli terza dose

Locatelli chiede di accorciare da sei a cinque mesi il tempo che deve trascorrere tra il completamento del ciclo vaccinale e la terza dose.

Il coordinatore del Cts Franco Locatelli ha aperto alla possibilità di somministrare la terza dose dopo cinque mesi dal completamento del ciclo vaccinale. Si tratterebbe di un’ipotesi che a suo dire potrebbe contenere i contagi e accelerare la campagna di immunizzazione.

Locatelli sulla terza dose

Intervistato da SkyTg24, l’esperto ha sottolineato che l’Italia sta mantenendo una delle situazioni epidemiche più favorevoli in tutta Europa. Se da una parte i dati destano infatti attenzione e vanno valutati con tutta la cautela del caso, non c’è preoccupazione estrema.

Una delle soluzioni proposte per far fronte alla quarta ondata è quella di ridurre il numero di mesi che intercorrono tra la seconda e la terza dose di vaccino. Questo perché ci sono evidenze da Israele che quest’ultima ha contribuito non solo a rafforzare le protezioni rispetto alla malattia grave ma anche a ridurre marcatamente la circolazione virale. “Nei giorni scorsi avevano 430-450 casi di infezione al giorno, mentre a settembre avevano numeri decisamente superiori“, ha aggiunto.

Quello di cui Locatelli parla è una sorta di immunità sterilizzante che la dose booster sarebbe in grado di ripristinare contribuendo così alla riduzione del virus in circolo. Stando ai dati aggiornati al 20 novembre 2021, sono 3,7 milioni le dosi di richiamo somministrate in tutta Italia con un’accelerazione negli ultimi giorni. Il suo invito è di continuare a iniettarle a chi ha maggiori rischi e ma anche a esortare chi non ha ancora cominciato il proprio ciclo vaccinale primario a farlo.

Locatelli sulla terza dose e l’obbligo vaccinale

Quanto poi all’obbligo vaccinale, che l’Austria è stato il primo paese europeo a introdurre, ha parlato di un’opzione estrema che si connota per massimo impatto squisitamente sanitario “ma ha anche delle altre valenze che non possono essere sottovalutate“.