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Vaiolo delle scimmie: confermato primo caso in Inghilterra

vaiolo delle scimmie

Confermato nel Regno Unito un caso di vaiolo delle scimmie. A portare la malattia in Europa un ufficiale della Marina nigeriana.

Non tutti i tipi di vaiolo sono stati eradicati. In Inghilterra infatti c’è apprensione dopo che ad un ufficiale della Marina nigeriana è stato diagnosticato il vaiolo delle scimmie. L’uomo era atterrano a Londra pochi giorni fa. Il marinaio doveva infatti partecipare ad un addestramento organizzato dal Ministero della Difesa inglese (MoD), presso una base della Royal Navy in Cornovaglia.

Vaiolo delle scimmie: dalla Nigeria in Europa

L’ufficiale era partito la scorsa settimana dalla Nigeria, diretto a Londra, su un volo civile. A bordo dell’aereo erano presenti una cinquantina di persone. Tutte sono allertate e invitate a recarsi negli ospedali per essere visitate e capire se siano state contagiate. Si ritiene infatti che l’ufficiale di Marina abbia contratto il vaiolo delle scimmie in Nigeria, anche se la malattia si è poi sviluppata quando già aveva messo piede nel Regno Unito, all’interno della base militare britannica.

Il Public Health England (PHE), che sta monitorando la situazione, assicura comunque che il rischio di un’epidemia o di un contagio di massa è “molto basso”. A differenza del vaiolo “classico”, quello delle scimmie inoltre ha un tasso di mortalità inferiore, che varia dall’1 al 10 per cento dei contagiati. La maggior parte degli infettati ha sintomi simili a quelli del vaiolo, con rush cutanei, febbre, mal di testa e ingrossamento dei linfonodi ma il tutto scompare dopo circa tre, quattro settimane.

Ovviamente, se il paziente è già debilitato per altri motivi, la malattia può diventare grave e persino letale. Se le vescicole colpiscono l’occhio, inoltre, c’è il rischio di una cicatrizzazione della cornea e, in alcuni casi, alla cecità. Il virus del vaiolo delle scimmie però non si diffonde facilmente tra gli esseri umani, ma solo se questi hanno avuto tra loro uno stretto contatto. Tale malattia è segnalata principalmente nei paesi dell’Africa centrale e occidentale. In particolare, in Nigeria è stata registrata recentemente un’epidemia particolarmente virulenta, con 89 persone infettate e sei morti dal 2017.