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Venezia: prezzi folli ai turisti. 43 euro per caffè a acqua

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Scontrini folli a Venezia. L'ultimo caso: turista paga 43 euro per acqua e caffè. Scandalizzato: una vergogna.

Paga 43 euro per due caffè espressi e due bottigliette d’acqua da 250 millilitri. Turista fotografa lo scontrino dai prezzi folli e denuncia il commerciante alla stampa. Accade in piazza San Marco a Venezia, nota per la nebulosità dei listini prezzi, modificati ad hoc per “fregare” sprovveduti turisti.

Prezzi folli

Nuovo capitolo del manuale su come fregare il turista. O forse no. Come già accaduto in passato, la coppia di stranieri in viaggio a Venezia, non ha potuto nascondere il suo disappunto ed ha immediatamente diffuso la foto dello scontrino pazzo. Si legge chiaramente:i due hanno consumato due caffè e due bottigliette d’acqua, per un totale di 43 euro. Un prezzo un po’ caro perfino se si tiene in considerazione lo spettacolo unico di una vista come quella di piazza San Marco a Venezia, affacciata sulla laguna nota in tutto il mondo.

I commercianti si difendono: il prezzo è sui menù

Non è certo una novità quella del caro vita nel centro storico di Venezia, più volte è giunta la denuncia degli occasionali avventori (non nella sola Venezia) per i prezzi esorbitanti e più volte, di fronte alle rimostranze e alle denunce dei turisti, i titolari dei locali hanno ribadito come i prezzi siano “onestamente” segnalati sul menù. In altre parole i proprietari dei salotti di Venezia lanciano un avvertimento ai turisti: prendete visione dei prezzi prima di ordinare per non stupirvi nel momento in cui vi sarà presentato il conto.

Malgrado la presunta correttezza dei commercianti della laguna resta difficile immaginare come una bottiglietta d’acqua, poco più grande di un bicchiere, possa costare 10 euro o come un caffè, sebbene si tratti del proverbiale espresso italiano, possa arrivare ad avere un prezzo di vendita di 11 euro e 50. Oltre 10 euro rispetto al prezzo di vendita generalmente applicato in tutti i bar d’Italia.

Un freno al turismo

Più che incentivare il turismo, un settore che nel solo 2017 ha portato all’economia italiana, dati PIL alla mano, un contributo di 223,2 miliardi di euro, sembra che i soliti “furbetti dello scontrino” facciano di tutto per perpetrare lo stereotipo tutto straniero dell’italiano disonesto.

Ma la discriminazione nei confronti dei non residenti aveva già fatto scalpore nel lontano 2015, quando proprio un’indagine della Commissione Ue sui doppi prezzi applicati ai turisti della città aveva fatto scoppiare il caso sui caro vita nella Serenissima. Erano state infatti denunciate alcune tariffe ad hoc praticate ai turisti perfino per i servizi di prima necessità come toilette e connessione wireless. Prezzi più cari anche su vaporetti e nei musei della laguna avevano richiesto l’intervento degli esperti di diritto comunitario per contrastare la discriminazione.