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Violenza, Sandra Milo alla Venier: “Denunciare non serve, educhiamo i figli”

Sandra Milo

Sullo spinoso tema della violenza e delle leggi, Sandra Milo risponde a Mara Venier: “Denunciare non serve, educhiamo i figli”

In tema di violenza e di modi per combatterla Sandra Milo spiazza un po’ tutti e risponde a Mara Venier: “Denunciare non serve, educhiamo i figli”. La storica musa di Federico Fellini non si è risparmiata in un’intervista a Domenica In negli Studi ‘Fabrizio Frizzi’ di Roma al Nomentano. Tanti i nomi che fanno compagnia al pubblico di Rai 1 in questa giornata di festa gioiosa. La Milo ha da poco compiuto 90 anni ed ha voluto raccontare aneddoti e toccare temi, non sempre comodi.

Sandra Milo: “Denunciare non serve”

“Mi sento bene e non mi chiedo quanti anni ho. Sono passaggi belli quelli della mia età. Mi sento anche più sicura di me stessa. Non ho ansia e senso della colpa, soprattutto per i figli“. A quel punto “Zia Mara” le chiede quale sia stato stato il periodo più felice e quello più complicato: “Il più felice quando nasce un figlio. Il più complicato quando ti toccano i figli. Ho avuto tre maternità complicate. La mia prima figlia, Debora, non era riconosciuta perché adulterina. Il mio primo compagno mi minacciò di non farmi vedere più la piccola. Allo Sato scrissi di fare chiarezza sulla situazione dei bambini all’epoca. Ci fu una riforma sulla famiglie e i figli divennero legittimi“.

Fellini, gli aneddoti e l’esempio di Caino

Poi, lui, Fellini: “Era meraviglioso: i suoi contemporanei non l’hanno capito. Non era cinico, si innamoravano tutti di lui”. Milo racconta di una violenza subita nel 1981 e la Venier le dice: “Bisogna denunciare Sandra, così non ci saranno più episodi del genere. Ti sembra normale che prima ci fosse il delitto d’onore?“. Milo sottolinea ancora che non serve a niente denunciare ma che bisogna educare i figli. Poi prende come esempio Caino che non fu punito da Dio. Ma Mara Venier è inflessibile ed a quel punto chiosa: “Non siamo davanti a Dio, c’è una legge che ci può tutelare”.