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X Factor 2016, le scoperte tattiche dei giudici 

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Prosegue il talent di maggior successo di Sky, X Factor si avvia questa settimana al terzo appuntamento live. I giudici sono i veri protagonisti. Con l’appuntamento dello scorso giovedì, X Factor 10 è già arrivato al secondo live. I giochi sono ormai abbastanza chiari, con i giudici che cercan...

Prosegue il talent di maggior successo di Sky, X Factor si avvia questa settimana al terzo appuntamento live. I giudici sono i veri protagonisti.

Con l’appuntamento dello scorso giovedì, X Factor 10 è già arrivato al secondo live. I giochi sono ormai abbastanza chiari, con i giudici che cercano di portare il più avanti possibile i loro cantanti utilizzando ciascuno la propria tattica. Chi più, chi meno.

Fedez e le under donne

Il più tattico in assoluto sembra essere Fedez. Ormai esperto del talent, Fedez non usa mai una parola fuori posto. Tutto ciò che dice sembra davvero avere un preciso scopo. Qualche esempio. Se Arisa assegna un brano rap (a Loomy, “Ghost”, With You feat. Vince Staples), lui non manca di buttare lì un “non ho capito di chi è il brano…”. Come dire: i rapper, quelli che valgono, li conosco io e nessun altro. Altro esempio. Manuel Agnelli assegna “The Blower’s Daughter” di Damien Rice. Il brano è poco conosciuto al pubblico italiano, quindi Manuel Agnelli potrebbe passare per un gran conoscitore di musica, perciò Fedez non manca di far notare che si tratta di un brano molto coverizzato.

Manuel Agnelli e gli over

Manuel Agnelli, dal canto suo, sembra essersi inserito molto bene all’interno del programma. Vive di commenti sempre appropriati e, a volte, drastici. Ad esempio, “The Rhythm of The Night”, assegnato da Alvaro Soler ai Les Enfants, è, in una parola, un “orrore”. Lui fa la parte del nemico delle scelte musicali scontate, il pubblico ridacchia e applaude. Che quello stesso pubblico si sia massacrato le gambe ballando proprio la hit dei Corona è un peccato originale da nascondere. Notevole anche la tattica di stringere una sorta di alleanza con Fedez. Il loro patto di non aggressione ha finora fatto fuori due concorrenti altrui. Vedremo fra qualche tempo.

Alvaro Soler e i gruppi

Alvaro Soler è il giudice con la conoscenza migliore del panorama musicale internazionale. Forse pensava che tanto sarebbe bastato, ma non è così. Ha già preso un’imbarcata pazzesca con i Les Enfants, però gli restano due big come Daiana Lou e Soul System (che lui avrebbe lasciato a casa). La bravura dei concorrenti non è tutto: bisogna assegnare i brani giusti e, soprattutto, trovare il modo di mettere in difficoltà gli altri cantanti. Vedremo se saprà combattere. Altro problema, per lui, è il fatto di non conoscere affatto la musica italiana. Sul piano internazionale non è un problema non conoscere Loredana Bertè o Al Bano (anche se, per dirla proprio tutta, “I cigni di Balaka” è “Will you be there” di Michael Jackson, come stabilito in sede legale), ma in Italia esistono dei must, c’è poco da fare.

Arisa e gli under uomini

Arisa. Finora è stata la peggiore. Troppo sopra le righe in occasione del primo live, si è intestardita a voler portare con sé un rapper che gli altri giudici hanno criticato, rendendosi vulnerabile in partenza. Ha Fem, ma ci ha già pensato Manuel Agnelli a insinuare il dubbio che il ragazzo sia bravo ed esplosivo come un “animatore da villaggio turistico”. Adesso tutti aspettano l’ennesima prova pirotecnica di Fem e, se mai dovesse capitare la serata no, il rischio eliminazione potrebbe diventare concreto. Se Alvaro Soler conosce la scena internazionale, ma non quella italiana, Arisa dà l’impressione di essere l’opposto. Lei non conosce gli Alabama Shakes (“Don’t wanna fight” è stata assegnata da Manuel Agnelli a Eva), e fin qui niente di male: il problema è che lo ammette con candore e chiede che Eva canti qualcosa di più conosciuto. Il senso è chiaro e condivisibile: se un concorrente canta qualcosa che tutti conoscono (un grande classico di, ad esempio, Giorgia), il confronto con l’originale è immediato e può rivelarsi impietoso. Se però il concetto non viene spiegato per bene, si passa per chi ascolta solo musica tradizionale. E quindi non è un intenditore, ovvero rischia di non riuscire a influenzare il pubblico a dovere.