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Che cos’è l’assicurazione sociale

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Il lavoro? In tempi di crisi è più facile perderlo che trovarlo. E nel 2013 le previsioni non sono rosee, pare infatti che ci saranno più uscite che entrate. Cosa fare quando la lettera di licenziamento è inevitabile? Quali sono le misure di sostegno al reddito per chi perde involontariamente il...

Il lavoro? In tempi di crisi è più facile perderlo che trovarlo. E nel 2013 le previsioni non sono rosee, pare infatti che ci saranno più uscite che entrate. Cosa fare quando la lettera di licenziamento è inevitabile? Quali sono le misure di sostegno al reddito per chi perde involontariamente il lavoro? Ecco le novità sul fronte “disoccupazione” in vigore già da quest’anno.

Dopo le novità legislative introdotte da alcune leggi, come la Riforma del mercato del lavoro (la cosiddetta “Riforma Fornero”), dal 1° Gennaio 2013 la vecchia indennità di disoccupazione ordinaria non agricola è stata sostituita dalla nuova Assicurazione sociale per l’impiego (Aspi). In pratica si tratta di una prestazione a domanda (cioè va richiesta dal lavoratore) erogata per i casi di disoccupazione partiti dal 1° Gennaio di quest’anno a favore dei lavoratori dipendenti che hanno perso involontariamente il posto.

Ne hanno diritto tutti i lavoratori con un rapporto di lavoro subordinato, compresi gli apprendisti, i soci lavoratori di cooperative, il personale artistico e i dipendenti a tempo determinato delle Pubbliche Amministrazioni. L’Aspi non spetta, invece, ai dipendenti a tempo indeterminato delle Pubbliche Amministrazioni, agli operai agricoli a tempo determinato e indeterminato e ai lavoratori extracomunitari con permesso di soggiorno per lavoro stagionale.

Il primo requisito per ottenere l’indennità è che il lavoratore abbia perso involontariamente l’occupazione, quindi non spetta a chi si dimette in modo volontario. Oltre a chi viene licenziato, però, ha diritto all’Aspi anche chi si dimette per giusta causa, alle lavoratrici madri che lasciano il lavoro durante il periodo tutelato di maternità (dalla data di gestazione fino al primo anno del bambino) e ai padri lavoratori per il periodo del congedo di paternità e fino ad un anno del bambino.

Per ottenere l’indennità bisogna avere almeno due anni di anzianità assicurativa (essere cioè iscritti da almeno un biennio all’ente previdenziale). Nel biennio precedente l’inizio del periodo di disoccupazione, inoltre, bisogna avere almeno un anno di contribuzione. Va sottolineato che per contribuzione utile si intende anche quella dovuta, ma non versata.

Per il riconoscimento dell’Aspi bisogna presentare domanda all’Inps esclusivamente per via telematica. Si possono utilizzare il web, accedendo direttamente ai servizi telematici del sito dell’Inps tramite un Pin da richiedere all’istituto, il Contact center attraverso il numero gratuito da rete fissa 80.31.64, oppure componendo lo 06/164.164 da rete mobile. Infine, ci si può rivolgere ad un patronato abilitato.

La Mini Aspi è invece la nuova forma di prestazione contro la disoccupazione che ha sostituito la vecchia disoccupazione con requisiti ridotti. In pratica si tratta di un sussidio per i precari rimasti disoccupati. L’assegno viene liquidato soltanto a chi è rimasto disoccupato per motivi involontari. Per percepire il sussidio, occorre avere almeno 13 settimane di contribuzione (versata o dovuta) da attività lavorativa nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo di disoccupazione.