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Commissione UE, Italia verso la procedura di infrazione

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Ultimatum dalla Commissione UE: l’Italia corregga la manovra entro aprile, oppure sarà procedura di infrazione per eccesso di deficit. Si torna a parlare della manovra finanziaria 2017, ammesso che si sia mai smesso davvero di farlo. Dalla Commissione UE è arrivato un nuovo ultimatum (anche se ...

Ultimatum dalla Commissione UE: l’Italia corregga la manovra entro aprile, oppure sarà procedura di infrazione per eccesso di deficit.

Si torna a parlare della manovra finanziaria 2017, ammesso che si sia mai smesso davvero di farlo. Dalla Commissione UE è arrivato un nuovo ultimatum (anche se questo termine è bandito da tutte le comunicazioni ufficiali): l’Italia avrà tempo fino al prossimo mese di aprile per porre in essere tutti i provvedimenti necessari per correggere il Pil dello 0,2%. Se le cose non andranno così, Bruxelles avvierà la procedura di infrazione per eccesso di deficit.

Le rassicurazioni di Padoan non sono ritenute sufficienti

All’inizio di febbraio, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha rassicurato la Commissione circa la volontà di soddisfare le richieste UE entro aprile, ma, a quanto pare, il problema sarebbe legato alle diverse “correnti” presenti a Bruxelles. Se da una parte, infatti, c’è un gruppo favorevole al dialogo con il nostro Paese (gruppo con in prima fila il commissario Moscovici), in Commissione sarebbero presenti esponenti convinti che concedere tempo all’Italia possa risultare controproducente per la gestione dei rapporti con altri Paesi, oltre che sostanzialmente inutile dal momento che la violazione che aprirebbe la strada alla procedura di infrazione è ritenuta “conclamata” (secondi fonti dell’agenzia di stampa ANSA).

I rischi legati alla scissione nel Pd

Padoan ha garantito che l’Italia farà ogni sforzo necessario per lo 0,2% e al ministro hanno fatto seguito le dichiarazioni del direttore della Banca d’Italia Salvatore Rossi, che si è detto convinto che sia giusto soddisfare le richieste di Bruxelles. “Lo sviluppo economico nel medio e lungo termine”, ha spiegato Rossi a DiMartedì, “non si fa con il debito pubblico, non c’è niente da fare, la storia ce lo insegna in modo conclamato quindi il rigore fiscale quando non uccide il paziente è necessario”.

Al momento, però, sembra che a Bruxelles ci sia grande preoccupazione per ciò che sta accadendo all’interno del Partito Democratico. Un eventuale indebolimento del partito di governo, infatti, potrebbe portare a grandi difficoltà nell’approvazione dei provvedimenti legislativi necessari per la correzione dello 0,2%, senza considerare l’ulteriore variabile delle elezioni anticipate.