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Cos’è successo di preciso fra Donald Trump, Taiwan e la Cina

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Donald Trump si muove, secondo alcuni, come l’elefante nel negozio di cristalli. Il nuovo presidente USA già al centro di un caso diplomatico. Il neo eletto 45 esimo presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump ha già fatto infuriare la Cina. Non ancora insediato alla Casa Bianca (lo s...

Donald Trump si muove, secondo alcuni, come l’elefante nel negozio di cristalli. Il nuovo presidente USA già al centro di un caso diplomatico.

Il neo eletto 45 esimo presidente degli Stati Uniti d’America Donald Trump ha già fatto infuriare la Cina. Non ancora insediato alla Casa Bianca (lo sarà a partire dalla metà del prossimo mese di gennaio), il tycoon sembrerebbe essere incappato in una gaffe diplomatica. O forse, come evidenziano alcuni commentatori, non si è trattato di una gaffe, ma di un comportamento cercato e voluto: di una provocazione ai danni di Pechino.

La questione è molto semplice. Donald Trump ha parlato con la leader di Taiwan Tsai Ying-wen. Ci ha parlato al telefono, non l’ha incontrata di persona e, soprattutto, non l’ha chiamata lui. “Mi hanno chiamato loro”, ha precisato l’ex candidato repubblicano, “ma non vedo il problema”.

Il principio dell’Unica Cina: non si parla con Taiwan

Da Taiwan è quindi arrivata una telefonata per il futuro presidente USA (congratulazioni per la vittoria alle elezioni), alla quale quest’ultimo ha risposto con cortesia. Il problema è che una telefonata fra leader o capi di governo non è una telefonata fra amici o colleghi. Rispondere a una telefonata ha un preciso significato diplomatico: sono disposto ad ascoltarti.

Essere disposti ad ascoltare Taiwan significa mettere in dubbio il principio che, in politica internazionale, va sotto il nome di Unica Cina. Non è una questione sostanziale, ma formale, solo che, nell’ambito dei rapporti diplomatici, non c’è alcuna differenza fra le due qualificazioni.

Dalla Cina è infatti arrivata la protesta formale. Donald Trump non avrebbe dovuto rispondere alla telefonata perché “c’è solo un’unica Cina nel mondo e Taiwan è un’inseparabile parte del territorio cinese”. L’interlocutore di Trump, perciò, non può e non potrà mai essere Tsai Ying-wen, bensì il presidente cinese Xi Jinping. “Il governo della Repubblica Popolare Cinese”, ha spiegato in una nota ufficiale il ministro degli Esteri di Pechino, “è il solo legittimato a rappresentare la Cina”.

“E’ molto interessante considerare”, ha commentato Donald Trump, “come gli Stati Uniti abbiano venduto a Taiwan attrezzature militari per miliardi di dollari e che io non possa accettare una telefonata di congratulazioni”.