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Facebook in Love

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Quando i Beatles cantavano All You Need Is Love era il 1967, sappiamo tutti com'è andata, il successo fu straordinario e va indubbiamente ricercato nella semplicità del suo messaggio: L'amore fonte di tutto, cura di ogni male.  Allo stesso modo l'artista  americano Keith Haring (1958-1990) util...

haring untitled1Quando i Beatles cantavano All You Need Is Love era il 1967, sappiamo tutti com’è andata, il successo fu straordinario e va indubbiamente ricercato nella semplicità del suo messaggio: L’amore fonte di tutto, cura di ogni male. Allo stesso modo l’artista americano Keith Haring (1958-1990) utilizzò la semplicità del segno come mezzo per veicolare messaggi positivi. In entrambi i casi la comunicazione -visiva e musicale- viene spogliata da qualunque artificio, quasi a voler tramutarsi in puro sentimento. Da quegli anni ad oggi, l’arte, la musica e, cosa più importante, il nostro modo di comunicare hanno conosciuto un accelerazione che a volte non siamo in grado di comprendere. La tecnologia ci ha spinti oltre, in un luogo dove l’urgenza di vivere è più forte, e oggi più che mai la proposizione di Marhall McLuhan- il mezzo è il messaggio- sembra essere stata inglobata dai nostri tanto amati social network. Facebook è il nostro nuovo messaggio, con i suoi aggiornamenti di stato, con le sue domande su come ci sentiamo o cosa pensiamo oggi, noi facebookkiani, esprimiamo in tempo reale emozioni, rabbia, pensieri, ideologie, e cosa più importante affermiamo la nostra esistenza sociale: io ero all’evento di tizio, io ho trovato un nuovo lavoro, io sono separato, io sono fidanzato ufficialmente ecc. E’ così che la semplicità di una canzone- come quella citata- e di immagini di amore e fratellanza, vengono stroncati dal assurdità delle nostre relazioni con e su facebook. Io francamente non ho ancora capito come l’amore nasce e muore, eppure da quello che vedo e leggo, molte coppie di facebookkiani, hanno risolto così: ora che ci siamo innamorati tu non avrai più il tuo profilo, perché la tua identità non ha più senso senza la mia, dunque avremo un profilo comune così da evitare ex invadenti, ritorni di fiamma o nuove conoscenze. Questa è la fase uno. Passiamo alla fase due: dopo poco ci lasciamo, entrambi ritorniamo ad avere il nostro personale profilo, entrambi andiamo ad ogni genere di festa , cerchiamo di essere in bella vista nelle foto che i nostri amici di facebook scatteranno, parteciperemo ad eventi- se in modo virtuale o reale, poco importa- e combatteremo una guerra di messaggi subliminali, ci nasconderemo dietro insulti velati, dietro link di ogni genere. Una guerra dove il vincitore non sarà chi avrà imparato che l’amore è una fede incrollabile nella vita che nessuno può portarti via. Signori miei, il vincitore sarà colui che riuscirà a controllare il profilo/vita dell’altro e se è un uomo fortunato a scoprire la password del nemico. A questo punto non mi resta che dirvi: Che vinca l’amore!