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Roma: legittima difesa per ottantenne che uccise ladro

legittima difesa

Si conclude il processo per Ilario D'Apollonio, l'ottantenne che uccise il ladro che si era introdotto in casa sua. Il pm ha detto che era legittima difesa.

Il fatto

La notte del 29 giugno 2013 un gruppo di giovani uomini romeni fece irruzione nella casa di Ilario D’Apollonio, in via Nomentana. L’uomo di 85 anni era in casa con sua moglie, Ilaria Ciocchetti. I ragazzi erano in quattro: Robert Costantin Grancea, Adrian Liviu Petrascu e Nicolas Valentin Barbat entrarono in casa, mentre Gheorghe Prisacaru faceva da palo. I ragazzi avevano tutti un’età intorno ai 35 anni e non mancava loro la forza. Per questo, con l’intento di portar via quanta più roba possibile, legarono subito l’anziana e pensavano di fare altrettanto con Ilario. Ma quest’ultimo li ha preceduti nell’agire e, presa la pistola, sparò contro i rapinatori. Nella sparatoria uno dei quattro, Nicolas Valentin Barbat, rimane ucciso dal colpo di D’Apollonio. Da lì parte l’inchiesta: è legittima difesa o omicidio colposo?

La sentenza

Il procedimento si è risolto solo adesso, con il gip che archivia il caso proprio come legittima difesa. Il pm Elisabetta Ceniccola ha portato avanti la sua tesi a lungo, fiancheggiata dagli avvocati dei D’Apollonio, Diego Perugini e Sonia Battagliese. Il fatto si è svolto di notte, nell’abitazione di due anziani che si sono visti aggrediti da quattro giovani. E’ stato ritenuto comprensibile il gesto di Ilario, poiché si sarà sentito in inferiorità numerica e con meno forze per reagire all’assalto di quattro uomini più forti di lui. Era da stabilire la traiettoria del colpo: un colpo per autodifesa non dovrebbe essere sparato mirando direttamente al cuore o ad altri organi vitali. A maggior ragione che a sparare il colpo era una persona anziana che sparava quasi al buio. Ma per il pm Ceniccola ha prevalso la ragione dell’autodifesa: l’anziano ha agito perché aveva capito di essere in una situazione di «pericolo per l’incolumità sua e della moglie» (queste le parole di Ceniccola).

Autodifesa

Il pericolo in una situazione del genere è innegabile. Probabilmente sarebbe stata riconosciuta l’autodifesa anche se a sparare non fosse stata una persona tanto anziana. Resta, però, da discutere sugli “effetti” dell’autodifesa. Indubbiamente Nicolas, il ragazzo romeno morto in questa occasione, stava commettendo un reato, ma l’ha pagato a caro prezzo, con la sua stessa vita. Senza contare altri casi in cui l’autodifesa ha portato altre morti (e forse è solo la copertura per un altro delitto): stiamo parlando del caso Pistorius, che scambiando la sua ragazza Reeva per un ladro, ha sparato e l’ha uccisa. Proprio in occasione del caso di D’Apollonio e di altri simili che accaddero nello stesso periodo, Gianluca Buonanno, esponente della Lega, andò in tv a sventolare una pistola e invitando gli italiani a proteggersi da soli. Sicuramente nella vita ci vuole tanta prudenza, ma dalla prudenza al Far West c’è un abisso. Forse per i signori D’Apollonio possiamo dire che giustizia è stata fatta, ma ogni caso è a sé stante. (Un altro processo importante che si sta svolgendo adesso è quello di Totò Riina. Vedi “Totò Riina: per la cassazione il boss ha diritto a morte dignitosa“)