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Ordos città fantasma in Cina: avrebbe ospitato milioni di persone

Palazzi ad Ordos

Quando è stata edificata, nel 2004, c’erano grandi ambizioni per la città di Ordos, situata nel Nord della Cina: cifre superiori ai 150 milioni di dollari per una capienza di un milione di persone in dieci anni attratte dalle miniere di carbone e di gas che fanno della città la seconda per redd...

o1Quando è stata edificata, nel 2004, c’erano grandi ambizioni per la città di Ordos, situata nel Nord della Cina: cifre superiori ai 150 milioni di dollari per una capienza di un milione di persone in dieci anni attratte dalle miniere di carbone e di gas che fanno della città la seconda per reddito pro-capite nel Paese, una miriade di case, infrastrutture futuristiche come l’aeroporto, e grandi monumenti come la grande statua di Gengis Khan nella piazza centrale, che narrano la cultura e la storia mongola. Perché Ordos si trova proprio in Mongolia, nella cosiddetta regione della “Mongolia Interna”.

Purtroppo le ottimistiche previsioni del governo di Pechino nei confronti del nuovo complesso non si sono affatto avverate, perché oggi lo si può definire una città fantasma, che rischia di cadere in rovina: in tutto il distretto, quello di Kang Bashi, vivrebbero soltanto 30mila persone.

In Cina si discute da anni del problema di Ordos, ma l’attività edilizia – o più propriamente speculazioneo2 edilizia – non si è mai fermata, anche se non sono stati trovati molti abitanti – nelle città vicine – che disposti ad andare a vivere dov’era stato costruito. Sulla città, tra il 2012 e il 14 è stato girato persino un documentario, intitolato The Land of Many Palaces, “La Terra dai mille Palazzi”. C’è chi viene mandato nelle piazze e nelle povere case delle città vicine, ad annunciare che “stiamo cercando di creare una città più civilizzata”, perciò si invita ad essere “persone più civilizzate”, andando proprio a vivere in quella città ultramoderna: camminando, guidando, parcheggiando, compiendo attività quotidiane all’interno di essa. A Ordos ci sono anche cartelli propagandistici che esortano a “non attendere più a lungo” per avere una casa lussuosa in quel luogo – anzichè abitazioni magari diroccate e buie –. I registi del documentario, l’inglese Adam James Smith ed il cinese Song Ting, ritengono comunque che il posto si sia molto popolato nel corso degli anni e che all’inizio del 2015 fosse abitato da 100.000 persone.