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Vigile del fuoco appiccava incendi per poi spegnerli: "Mi annoiavo"

Incendio da spegnere

Un vigile del fuoco volontario, P.M., 28 anni, nato a Novara ma residente in provincia di Pavia, appiccava incendi per noia, intervenire per primo e poi veniva mensilmente pagato.

La vicenda

Un vigile del fuoco volontario di cui si conoscono solo le iniziali, P.M., 28 anni, nato a Novara ma residente a Palestro, è stato denunciato dalla procura di Pavia al tribunale cittadino per aver appiccato una serie di incendi a cassonetti e sterpaglie per poi essere ovviamente il primo ad accorrere per spegnerli.

Spegnimento di un incendio

L’accusa nei suoi confronti è di incendio doloso e truffa aggravata. A rendere ancora più sconcertante l’episodio, è il fatto che il giovane abbia detto di aver agito per noia, per imitare i personaggi di una serie televisiva americana, ambientata in una metropoli. I roghi, ben 10, sarebbero avvenuti tra il 25 febbraio 2014 e il 28 marzo 2017 nei paesi di Robbio Lomellina, Palestro e Cofienza- sugli episodi più recenti ci sono indagini ancora in corso -: ad insospettire i carabinieri, sarebbe stato il fatto che il primo ad intervenire per spegnerli, fosse sempre lo stesso vigile del fuoco – che li appiccava in zone vicine a casa sua – e il responsabile è stato anche ripreso dalle telecamere di sorveglianza.

La “giustificazione” e i dettagli

Hanno arrestato il piromane

Durante l’interrogatorio, il pompiere piromane ha spiegato di aver agito in quel modo perché in quella zona, la Lomellina, non ci sono molti boschi – ma risaie –, non c’erano mai incendi e lui si annoiava. Naturalmente, poi, i suoi tempestivi interventi come volontario, secondo la legge 469 del 1961 S.M.I. artt. 70/71 e 74 e ripreso dal D.P.R. 76 del 06.02.2004 – regolamento recante norme sul reclutamento di avanzamento ed impiego del personale volontario del corpo nazionale dei vigili del fuoco -, venivano retribuiti, mensilmente, dopo aver ricevuto le chiamate d’allarme, perciò il giovane è indagato anche per truffa aggravata.

I fatti sono avvenuti il 25 febbraio e il 28 marzo 2014 a Robbio Lomellina, quando l’ex vigile del fuoco ha incendiato alcuni cassonetti dell’immondizia; un episodio simile è avvenuto il 24 aprile di quell’anno, poi il 15 maggio il piromane ha appiccato un rogo a sterpaglie su una strada di Rosasco, il 23 settembre sempre di tre anni fa in un’area adibita allo stoccaggio dei rifiuti a Palestro, il 1° gennaio 2015, sempre a Palestro, ad un cassonetto, e così a Confienza il 28 marzo 2017. Per altri incendi verificatisi nella zona tra il 2016 e il 2017, si sta ancora indagando.

L’intenzione del giovane era quella di “provare il brivido di giungere sul posto a sirene spiegate” per ovviare alla “noia” del fatto che “in Lomellina, zona di pianura dove ci sono solo risaie e pochi boschi, non succede mai niente” e c’era anche il fatto che egli “voleva emulare i suoi idoli, protagonisti di una recente serie televisiva in cui sono ‘raccontati’ gli interventi di una squadra di vigili del fuoco in una metropoli degli Usa, e così aveva pensato di creare l’occasione adrenalinica”, hanno riferito le autorità locali dopo averlo ascoltato.