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Giornata mondiale dell'alimentazione, Mattarella: "È un delitto trasformare cibo e acqua in strumenti di conflitto"

Mattarella Sergio

Oltre mezzo miliardo di persone non dispone di acqua potabile in quantità sufficiente alla sopravvivenza: il discorso del capo di Stato riguardo alle conseguenze della guerra sulla fame nel mondo

La guerra non uccide solo con le armi. In occasione della giornata mondiale dell’alimentazione, che si celebra il 16 ottobre di ogni anno, il presidente Sergio Mattarella si è pronunciato sul legame tra fame e guerra, con particolare riferimento ai conflitti in corso in Ucraina e a Israele.

Il discorso alla Fao di Sergio Mattarella: il legame omicida tra guerra e cibo

«Il numero di quanti soffrono di malnutrizione è in aumento e ci restituisce l’immagine di un mondo in preoccupante ritardo nel perseguimento degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, quadro di riferimento dei traguardi che la Comunità internazionale si è data per rendere sostenibile la vita sul Pianeta. Raggiungere questa sostenibilità oggi vuol dire non solo combattere la fame nel presente, ma impegnarsi per sradicare le cause che ne sono all’origine: […] i conflitti, […] le catastrofi naturali […]». Così il capo di Stato parla alla Fao (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura) in occasione della giornata mondiale dell’alimentazione. E specifica: «La scellerata decisione di Mosca del luglio scorso di uscire dall’accordo sul grano peggiora ulteriormente lo scenario. È un delitto trasformare cibo e acqua in strumenti di conflitto. Al contrario, sono testimonianza della indivisibilità del destino dell’umanità. Il diritto al cibo e all’acqua sono iscritti dentro un più ampio diritto alla vita, e sorreggono un’idea di sicurezza umana che richiede cooperazione. È questa la sfida che ci interpella: dare vita e dignità alle persone, ai popoli, di ogni latitudine».

Non solo cibo: oltre mezzo miliardo della popolazione mondiale non ha acqua a sufficienza

L’insicurezza alimentare non è data solo dalla mancanza di cibo. Il mancato accesso a fonti idriche potabili resta alla base della povertà e dei conflitti. Pur essendo un diritto fondamentale, oggi troppo spesso viene messo a rischio dall’uomo, talvolta invece per effetto del cambiamento climatico che vede la desertificazione di aree sempre più estese del pianeta. «La sfida per vincere la piaga della fame può e deve essere vinta rimettendo al centro l’impegno multilaterale, la capacità delle Nazioni Unite di operare una sintesi efficace del capitale umano, tecnologico e finanziario dei singoli Stati impiegandolo laddove è più necessario, creando in tal modo uno sviluppo durevole», conclude il capo di Stato con tono di speranza.