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Alessia Pifferi a processo per la morte della figlia Diana, la vicina: “Non ha mai pianto”

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Una vicina di casa di Alessia Pifferi, a processo per la morte della figlia Diana, ha raccontato in aula il ritrovamento del corpo della bimba.

I giudici hanno ascoltato la testimonianza di una vicina di casa di Alessia Pifferi, la donna a processo per la morte della figlia Diana di 18 mesi. La testimone ha ripercorso i momenti drammatici e strazianti del ritrovamento del cadavere della piccola, deceduta di stenti.

Alessia Pifferi a processo per la morte della figlia Diana, la vicina: “Non ha mai pianto”

“Non ha mai pianto Alessia”. Lo ha detto ai giudici nel corso del processo di primo grado ad Alessia Pifferi una vicina di casa dell’imputata, Letizia, 37 anni.

“Ora cosa mi succede, mi arrestano?”. Queste le parole che, come riportato dalla vicina di casa, la donna avrebbe pronunciato dinanzi al cadavere della figlia di 18 mesi morta di stenti. “Poi ha ripetuto più volte la frase: ‘Non sono una cattiva mamma’”, ha aggiunto la testimone in aula, ripercorrendo i drammatici momenti vissuti nella mattinata del 20 luglio 2022 ossia nel giorno del ritrovamento del corpo senza vita della bimba.

“Alessia mi citofona agitata: venga, la bambina non respira più”, ha continuato Letizia in tribunale. “Siamo salite e siamo entrati nella camera e ho visto la bambina. Era supina, con una magliettina che le copriva fino al pancino, aveva le manine e i piedini scuri, aveva gli occhi chiusi e le palpebre scure e Alessia mi ha chiesto: è morta?”.

La testimonianza resa ai giudici, raccapricciante e con dovizia di particolari, continua: “Io non ho risposto, siamo rimaste li pochi secondi, poi l’ho fatta sedere sul divanetto e mi ha raccontato che aveva lasciato la bimba con una baby sitter, ma al suo rientro non c’era”.

Un vicino dell’imputata è indagato per prostituzione

Mentre è in corso il processo contro Pifferi, un vicino di casa dell’imputata è stato indagato per favoreggiamento della prostituzione. Sulla base delle informazioni sinora diffuse, pare che l’uomo abbia aiutato l’imputata a incontrare alcuni uomini con i quali avrebbe avuto rapporti sessuali in cambio di denaro.

La scoperta è stata fatta nella giornata di lunedì 3 luglio durante l’udienza. In questa circostanza, il vicino è stato convocato come testimone indagato in un procedimento connesso e si è avvalso della facoltà di non rispondere. Uscito dal tribunale, ha spiegato ai giornalisti di essere stato uno dei primi a entrare nell’appartamento della Pifferi dopo la morte della piccola Diana.

Il processo contro la mamma della bambina è stato rinviato al prossimo 19 settembre: in questa circostanza, verranno ascoltati gli ultimi testimoni ed è previsto l’esame in aula dell’imputata, assistita dall’avvocato Alessia Pontenani.