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Migrante arrestato a Napoli: progettava attentato

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Terrorismo a Napoli: secondo le indagini della Procura, sarebbe emerso un nuovo progetto di attentato da parte di un migrante

Un immigrato del Gambia è stato arrestato su richiesta della Procura di Napoli per un presunto attentato in via di progettazione. Tutto ciò è avvenuto nell’ambito di una indagine antiterrorismo condotta da polizia e carabinieri congiuntamente.

Secondo quanto si è appreso dalle indagini coordinate dalla Procura, sarebbe dunque emerso il progetto di un nuovo attentato. L’uomo arrestato aveva chiesto asilo politico, ma la pratica per la concessione era ancora in via di valutazione. L’indagato si chiama Alagie Touray, nato in Gambia il 10 dicembre del 1996. È stato ritrovato inoltre un video nel quale il giovane giurava fedeltà ad Al Baghdadi.

Il fermo è scattato il 20 aprile ed è stato poi convalidato dal giudice che ha emesso l’ordinanza cautelare nei confronti di Touray. Il fatto è stato spiegato dal procuratore di Napoli Giovanni Melillo nel corso di un incontro al quale hanno preso parte anche il capo della polizia Franco Gabrielli e il comandante interregionale dei carabinieri Vittorio Tomasone. Nello specifico dei fatti, in una chat Telegram intercettata dagli agenti l’uomo diceva di essere “in missione” e chiedeva di “pregare” per lui.

Il giuramento di fedeltà all’Isis

Nel corso degli interrogatori svolti dopo il fermo, il migrante del Gambia ha ammesso di aver curato personalmente la registrazione audiovideo del giuramento. L’uomo ha inoltre ammesso di aver ricevuto via Telegram la richiesta “di lanciare un’autovettura contro la folla”. L’arrestato ha anche aggiunto confusamente di non aver mai avuto la reale intenzione di dare seguito al progetto di attacco. Il video in questione sarebbe stato realizzato all’interno del centro di accoglienza per migranti di Pozzuoli. Qui il gambiano veniva ospitato da circa un anno. Nel frattempo il procuratore Melillo ha invitato a non enfatizzare la portata dell’episodio. L’agente ha inoltre voluto elogiare il lavoro delle forze dell’ordine avvenuto in piena sintonia con la Procura per la cattura dell’uomo.

Si tratta dell’ennesima operazione antiterrorismo avventura dopo quelle delle ultime settimane. Le espulsioni di questi giorni nell’emisfero jihadista sono 32 dall’inizio di questo 2018. Le segnalazioni su possibili attacchi terroristici, del resto, arrivano in continuazione e vengono esaminate dal Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo. Il livello di allerta in Italia è sempre altissimo e corrisponde al 2. Quello successivo, il 3, scatta quando c’è un effettivo attentato in corso.

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Lupi solitari dell’Isis

I lupi solitari costituiscono il pericolo numero uno. Sono gli stessi che nel corso del tempo hanno colpito anche in Francia. Si tratta di giovani disadattati, di recente radicalizzazione, che passano all’azione stimolati dai continui appelli al jihadismo che circolano in rete. Da tenere d’occhio sono anche i combattenti di ritorno dai teatri di guerra. Sono più di 120 quelli che hanno avuto a che fare con l’Italia.