> > Assistenti sessuali per disabili: primi corsi a pagamento a Bologna

Assistenti sessuali per disabili: primi corsi a pagamento a Bologna

Aiuto

Al via Bologna al primo corso per assistenti sessuali per i disabili: i dettagli del corso, di che qualifica professionale si tratta e la volontà di portare una legge ad hoc in Parlamento.

L’iniziativa

Vicinanza con i disabili

Da tempo si discute sulla possibilità di far affiancare i disabili da “assistenti sessuali” e il 31 agosto e il 1° settembre, a Bologna – città dove si tratta del delicato argomento dal 2013 –, si sono tenuti dalle 10 del mattino alle 19, i primi due giorni di corso a pagamento per preparare coloro che vorranno intraprendere questa professione. La nuova figura si chiamerà “Operatore all’emotività, all’affettività e alla sessualità delle persone con disabilità (O.E.A.S). Le giornate di incontro si sono svolte sotto le due famose Torri bolognesi e hanno visto la partecipazione di 17 persone, tra 39 aspiranti selezionati a Roma tre anni fa: tra loro c’erano soprattutto educatori e operatori socio-sanitari, convinti che questo aspetto sia parte integrante del loro lavoro, di età compresa tra i 25 e i 45 anni, ma anche un laureato in filosofia. Più avanti il 30 settembre e il 1° ottobre, ci saranno le altre due full-immersion sul tema. Il corso è organizzato dal comitato LoveGiver, un cui fondatore, Maximiliano Ulivieri, 46 anni, il quale sarà uno dei docenti, ha spiegato fuori dai denti al quotidiano La Repubblica: “Finora abbiamo aspettato la politica, perché avremmo preferito muoverci nel quadro di una legge nazionale o regionale. Ma nessuno ci ascolta, così abbiamo deciso di auto-autorizzarci”. Ulivieri ha parlato di “atto di disobbedienza civile”, che non potrà che entrare nel vivo con i tirocini presso associazioni o singole famiglie con all’interno persone disabili.

Rischi, docenti e scopo

L'importanza del contatto fisico

Sempre lo stesso organizzatore del corso che sta avendo luogo a Bologna, è consapevole che ci sia il rischio di essere accusati di favoreggiamento della prostituzione, “ma prima bisogna che qualcuno mi denunci”, ha affermato in tono di sfida. D’altra parte si tratta di lezioni tenute da docenti qualificati, come Fabrizio Quattrini, che insegna all’Istituto Italiano di Sessuologia Scientifica, Lorenzo Simonetti, avvocato, Rocco Salvatore Calabrò, medico, Maurizio Nada, formatore, e Judith Aregger, già assistente sessuale Svizzera. Lo scopo dell’iniziativa non va certo banalizzato e ridicolizzato, poiché, ha spiegato Maximiliano Uliveri, si tratta di “permettere ai disabili di riscoprire il proprio corpo come fonte di piacere e non solo di sofferenza e disagi quotidiani, attraverso il contatto, l’accarezzamento, il massaggio, l’abbraccio, l’accompagnamento alla masturbazione o anche semplicemente con la presenza, l’affetto e l’umanità”.

Proposte di legge nel vuoto

Difficoltà

Una proposta di legge sul tema è stata già depositata in Parlamento, senza però mai essere calendarizzata. Il primo firmatario è stato un senatore del Partito Democratico, Sergio Lo Giudice, il quale ha dichiarato che la sessualità per i disabili “purtroppo non è stata considerata una priorità” e la norma che consente l’esistenza di assistenti sessuali per questo tipo di utenti “non è mai arrivata neanche in commissione”. Il motivo? Secondo il senatore è che “In Italia c’è una grande difficoltà a discutere di sessualità”. In realtà la proposta di legge in questione “impegna il ministero della Salute a emettere linee guida che consentirebbero alle Regioni di attivare corsi di formazione ad hoc. Metterebbe al riparo da equivoci tra l’assistente sessuale e la prostituzione: la libera sessualità dei disabili – ha proseguito Lo Giudice – non è soltanto un loro bisogno, è anche un diritto garantito da una sentenza della Corte Costituzionale”. Il senatore è stato informato dell’inizio del corso organizzato da Ulivieri e lo approva.

Dal punto di vista regionale, finora un disegno di legge sul tema assistenti sessuali per i disabili è stato presentato solo dal Movimento Cinque Stelle in Lombardia, ma anche qui, per ora, non si è arrivati a risultati concreti e ancora in Emilia-Romagna il consigliere del Pd Antonio Mumolo ha pensato ad una “risoluzione che chieda al Parlamento di legiferare, ma non l’abbiamo ancora mai discussa in gruppo, ci sono pareri differenti”.