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Bennu, l'asteroide che potrebbe colpire la Terra

Bennu

Bennu è un asteroide alto quanto l'Empire State Building. Secondo la NASA, esiste la possibilità che venga a scontrarsi col nostro pianeta.

Bennu (il cui nome sicentifico è 101955 Bennu) è un asteroide alto quanto l’Empire State Building. Secondo la NASA, esiste la seppur piccola possibilità che, nel prossimo secolo, venga a scontrarsi col nostro pianeta.
Ciò che spaventa maggiormente i ricercatori, tuttavia, è la fondamentale impotenza nella quale potremmo trovarci nel caso la traiettoria di Bennu portasse l’asteroide a scontrarsi con la Terra: per quanto molte menti siano attualmente al lavoro su delle potenziali soluzioni, non è detto che queste possano rivelarsi efficaci.

Il rischio d’impatto

L’arco di tempo che la NASA avrebbe individuato per il potenziale impatto dell’asteroide cade attorno all’anno 2135. Così com’è il caso per qualsiasi evento di simili proporzioni, le possibilità che l’impatto possa effettivamente avvenire sono indubbiamente basse: secondo degli studi (della NASA e del Lawrence Livermore National Laboratory), si parlerebbe di una possibilità su 2700.
Naturalmente, nessuna tra le menti che monitorano la traiettoria dell’asteroide hanno intenzione di lasciare il destino dell’umanità al caso: per quanto le probabilità possano essere basse, un eventuale impatto di un asteroide delle dimensioni di Bennu avrebbe conseguenze incalcolabili per il pianeta e per la vita su di esso.

Ulteriori studi su Bennu

Ulteriori studi riguardo ai rischi dell’impatto di Bennu con il pianeta Terra sono stati effettuati anche sul suolo nostrano. Del 2009 è infatti la ricerca del professor Andrea Milani, della Facoltà di Matematica di Pisa, che ha ipotizzato ben otto possibili punti d’impatto – da collocare, stavolta, tra il 2169 e il 2199: alcuni anni più in là di quanto evidenziato dagli studi già citati. Anche in questo caso, le probabilità individuate sono estremamente basse: nello specifico, dello 0,07% per ognuno degli otto possibili impatti. Tuttavia, specifica lo studio, una maggiore comprensione della forma dell’asteroide è imperativa se si vogliono avere dati più precisi.

La missione Osiris-Rex

La prevenzione dell’eventuale impatto è uno dei motivi per cui la NASA ha già avviato la missione Osiris-Rex: tale missione, che prevede l’invio di una sonda (chiamata, appunto, Osiris-Rex) sulla superficie dell’asteroide, dovrebbe dare modo alla NASA di valutare al meglio la composizione dell’asteroide (che potrebbe essere scintilla di importantissime ricerche scientifiche), nonché la sua forma, reputata indispensabile anche nei già citati studi di Milani al fine di una valutazione più accurata della sua traiettoria. I risultati della sonda, che dovrebbe arrivare in agosto sulla superficie dell’asteroide, sono previsti per 2023.

Le caratteristiche di Bennu

Bennu è stato scoperto nell’ormai lontano 1999, nell’ambito del programma LINEAR. La traiettoria dell’asteroide, moderatamente eccentrica, lo caratterizza come un asteroide Apollo. La causa del rischio che Bennu pone per il pianeta Terra è da ricercarsi nel nodo ascendente della sua orbita: quest’ultimo, infatti, è prossimo all’orbita della Terra. Gli “incontri ravvicinati” (in termini relativi, si intende) tra Bennu e la Terra, insomma, sono tut’altro che rari: tutto sta nel capire se e quando le due traiettorie (quella del nostro pianeta e quella dell’asteroide) si intersecheranno in modo che l’impatto si dimsotri inevitabile.

Le misure di prevenzione

Per quanto esista la possibilità che un asteroide simile possa essere deviato da un cosiddetto “impactor” (una sorta di spacecraft ad alta velocità), gli esperti sottolineano come non sia da escludere il ricorso estremo alle armi nucleari, dovesse l’impactor dimostrarsi inefficace.
Recentemente, tuttavia, scienziati della NASA in collaborazione con la National Security Administration e il Dipartimento dell’Energia statunitense, hanno avviato la progettazione del cosiddetto HAMMER (Hypervelocity Asteroid Mitigation Mission for Emergency Response): un impactor dal peso di 8.8 tonnellate. La speranza è che lo spacecraft si dimostri all’altezza, e che sia in grado di deviare, con un impatto diretto, il corso dell’asteroide.