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Birmania: AP rivela stupri metodici sulle donne Rohingya

Birmania

L'Associated Press ha rilevalo da una sua indagine che gli uomini dell'esercito della Birmania conducono campagne di stupri metodici sulle donne Rohingya.

Non migliorano le condizioni di vita della popolazione musulmana dei Rohingya. Un popolo stretto tra l’indifferenza del mondo e i richiami dei media, in cerca di ascolto. Un caso il loro così esteso di violenza interetnica, che sembra un caso destinato ad accrescersi in termini di violenza. L’Associated Press ha condotto di recente una indagine che ha messo alla luce nuovi inquietanti risvolti attorno a questo esodo. Pare che gli uomini dell’esercito della Birmania conducano una sistematica persecuzione delle donne Rohingya. Le violenze rilevate dall’indagine mettono alla luce una metodica serie di stupri che queste donne subiscono di volta in volta. Una strategia tristemente già nota alle cronache mondiali in occasione della guerra in Yugoslavia negli anni ’90.

A essere vittima degli stupri da parte dei birmani sono le donne comprese tra i 13 e i 35 anni. Associated Press è riuscita a intervistare nel vicino Bangladesh 29 donne (e ragazze) vittime di questi stupri tremendi. A subire questa tremenda condizione di degrado non sono solo le donne, ma anche i futuri nascituri nati dalla violenza.

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Il Paese continua la sua doppia strategia. Da un lato nega le violenze e la grave accusa di pulizia etnica. Dall’altro lato, silenziosamente, perpetra queste stesse violenze che veementemente respinge. L’accusa delle violenze sessuali sono state sdegnosamente respinte dallo staff governativo della Birmania. La maggior parte degli stupri pare essersi verificata nello stato di Rakhine, regione che ospita il più alto numero di Rohingya in Birmania. Regione spesso paragonata a un’enorme prigione a cielo aperto. La U.N. rincara la dose di accuse asserendo che gli stupri perpetratisi fin dall’Ottobre 2016 sono uno strumento di terrore calcolato usato dagli uomini dell’esercito birmano. Malgrado i dinieghi ufficiali giunti dall’esercito e dal governo, i militari si sono rifiutati di rispondere alle domande poste loro da A.P. Persino ingiuriose suonano le parole di un dirigente dello stato del Rakhine. “A guardarle [le donne Rohingya] le sembrano abbastanza attraenti da poter essere stuprate“.

Anche se i dinieghi ufficiali giungono numerosi, ancor più numerosi giungono i dati dei volontari sul campo. Medecins Sans Frontieres ha affrontato un numero sempre crescente di casi di stupro: da Agosto a oggi ha registrato 113 casi di violenza sessuale. Gli stessi sospettano che però si tratti di un piccolo numero di casi su quelli totali. Un mondo sommerso di cui ancora non si è del tutto chiarita la dimensione.

Gli attacchi

I racconti delle donne mostrano l’esistenza di pattern simili tra loro. Gli stupratori sono solitamente uomini in uniforme. Alcune di queste sono dotate di stellette e mostrine. Provengono solitamente dalle vicine postazione di guardia. La modalità tipica di attacco è questa: i soldati circondano il villaggio. Dividono gli uomini dalle donne. Prendono le donne e le portano in località poco distanti dal villaggio. Fatto questo procedono a stuprarle in massa. Nel frattempo gli uomini rimasti al villaggio vengono solitamente picchiati e uccisi. Ai bambini tocca al medesima sorte degli uomini. La speranza dei sopravvissuti che raccontano queste storie, è che chi li ascolta si renda conto dell’orrore subito e intervenga.