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Brexit, scontro con Ue: "Gb saldi il conto"

Brexit

Non c'è pace per Theresa May. Dopo il sondaggio condotto da YouGov, che rivelava come la come la maggioranza degli inglesi sia oggi pentita del risultato della Brexit e che se potesse votare una seconda volta sceglierebbe il “no“; adesso arriva la "stangata" da parte dell'Unione Europea, che pr...

Non c’è pace per Theresa May. Dopo il sondaggio condotto da YouGov, che rivelava come la come la maggioranza degli inglesi sia oggi pentita del risultato della Brexit e che se potesse votare una seconda volta sceglierebbe il “no“; adesso arriva la “stangata” da parte dell’Unione Europea, che presenterà alla Gran Bretagna -per la Brexit- un conto che si stima arrivi fino a 100 miliardi di euro, secondo un’analisi del Financial Times, che tiene in considerazione anche le richieste avanzate dagli Stati membri dell’Ue, in particolare Francia e Germania.

Il conto da pagare

Proprio di questo ha parlato oggi, Michel Barnier, il negoziatore nomitato dall’Ue, che ha dichiarato come il conto non sia “una punizione, né una tassa per l’uscita“, ma una serie di impegni finanziari presi in quanto membro, che ora la Gran Bretagna dovrà onorare. Barnier ha poi continuato sostenendo di non poter “accettare la parola utilizzata di un ‘assegno in bianco’. Non è questione di un assegno in bianco, noi chiediamo di saldare degli impegni che sono stati presi in precedenza dalla Gran Bretagna.” Il negoziatore francese ha concluso dicendo che creare l’illusione che la Brexit non avrebbe avuto maggiore impatto sulle vite degli inglese, è stato un errore.

La posizione di Londra

La premier britannica Theresa May ha sempre riconosciuto che ci sarebbe stata la necessità per il Regno Unito di dover pagare quanto dovuto alle casse comunitarie, così come l’esigenza di avere un periodo di transizione, anche di diversi anni, durante il quale le cose sarebbero rimaste più o meno come prima, inclusa la libera circolazione dei cittadini europei. Ma a fronte dell’enorme cifra comunicata, David Davis, il ministro per la Brexit, ha dichiarato che “Londra non ha nessuna intenzione di pagare“. Il negoziato non è ancora iniziato, si pensa che entrerà nel vivo dopo le elezioni indette dalla Premier per l’8 giugno.