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Piercamillo Davigo condannato per il caso Amara, un anno e tre mesi per rivelazione di segreto d’ufficio

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Per il caso Amara, l’ex pm di Mani Pulite Piercamillo Davigo è stato condannato a un anno e tre mesi per rivelazione di segreto d’ufficio.

L’ex pm Piercamillo Davigo è stato condannato a un anno e tre mesi per rivelazione di segreto d’ufficio nell’ambito del caso Amara. La decisione è stata annunciata dal Tribunale di Brescia.

Caso Amara, condannato l’ex pm Piercamillo Davigo per rivelazione di segreto d’ufficio

Piercamillo Davigo è stato condannato a un anno e tre mesi. L’ex pm di Mani Pulite era imputato per la rivelazione di segreto d’ufficio sui verbali secretati resi alla procura di Milano dall’avvocato Pietro Amara che riguardavano la presunta esistenza della loggia Ungheria.

La decisione è stata annunciata nella giornata di martedì 20 giugno dal Tribunale di Brescia. La sentenza emanata accoglie la richiesta della pubblica accusa che aveva chiesto che Davigo venisse condannato per aver preso possesso, tramite il pm milanese Paolo Storari assolto in via definitiva al termine del processo abbreviato, i verbali segreti di Amara. Nei verbali, l’ex avvocato esterno di Eni aveva svelato la presunta esistenza dell’associazione massonica.

Oltre a essere stato condannato a un anno e tre mesi, l’ex pm dovrà anche risarcire con 20 mila euro Sebastiano Ardita, unica parte civile nel processo. Intanto, gli sono state riconosciute le attenuanti generiche. Per le motivazioni, invece, sarà necessario attendere 30 giorni.

Dopo la pronuncia, Davigo ha affermato di essere pronto a fare appello. Lo ha rivelato il diretto interessato commentando la decisione del tribunale al telefono con l’avvocato Francesco Borasi.

Il contenuto dei verbali

Le dichiarazioni contenute nei verbali vennero proferite da Amara in cinque differenti interrogatori che si tennero tra il 6 dicembre 2019 e l’11 gennaio 2020, in relazione all’inchiesta nota come “falso complotto Eni”. All’epoca dei fatti, Storari era uno dei titolari della società, insieme alla collega Laura Pedio.

Come riferito dallo stesso Storari, la consegna delle carte è avvenuta a Milano nell’aprile del 2020 a casa di Davigo. All’ex pm venne consegnata una chiavetta che conteneva gli atti secretati per procedere alla denuncia della presunta inerzia a indagare sull’ipotetica loggia Ungheria mostrata dai vertici della procura milanese e, soprattutto, dall’allora procuratore di Milano Francesco Greco e dall’aggiunto Pedio.

All’associazione massonica, avrebbero fatto parte membri delle istituzioni e delle forze armata e anche due membri del Csm che erano in carica mentre si svolgevano i fatti.