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Caso Sara Pedri, le colleghe ginecologhe: "In reparto molte piangevano umiliate"

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Le colleghe ginecologhe di Sara Pedri, la 31enne scomparsa lo scorso marzo, sono state sentite in aula sul clima lavorativo dell'ospedale di Trento

Le colleghe ginecologhe di Sara Pedri, la 31enne scomparsa lo scorso marzo, sono state sentite in aula sul clima lavorativo dell’ospedale di Trento.

Caso Sara Pedri, cosa accadde a marzo 2021

Sara aveva iniziato a lavorare all’ospedale di Trento nel novembre 2020, per poi dare le dimissioni pochi mesi dopo. La ginecologa aveva vissuto un periodo molto stressante, proprio a causa del lavoro nella struttura sanitaria di Trento. La situazione era così degenerata che aveva deciso di lasciare il suo lavoro. Subito dopo le dimissioni, però, la donna è scomparsa. Dopo che l’Ospedale di Santa Chiara di Trento ha aperto un’inchiesta, sono emerse continue vessazioni da parte del primario e della dirigente del reparto di ginecologia.

I racconti delle colleghe

Le colleghe ginecologhe raccontano il clima di tensione che si era creato in reparto: Eravamo umiliate durante i meeting, venivamo screditate pubblicamente. Quando finivano molti uscivano piangendo, per questo molti colleghi hanno dovuto lasciare il lavoro.”

Gli atteggiamenti del primario

Il primario Saverio Tateo “Aveva atteggiamenti dispotici” racconta una delle colleghe di Sara, che spiega come il clima in ospedale fosse diventato invivibile proprio a causa sua. I legali del primario respingono tutte le accuse: “Non è stato raccolto alcun elemento processualmente significativo ai fini dell’imputazione per maltrattamenti. È emerso chiaro il disegno da parte di una sola teste di tessere una tela con un filo non idoneo per la sede processuale e che pertanto non dovrebbe avere accesso nell’ambito processuale penale. Una diceria dell’untore che si è infranta davanti ai fatti e alle circostanze, ovvero gli unici dati processualmente idonei.”