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Cina, lockdown a Guangzhou dopo crescita di casi covid: previsti test

citta cina in lockdown

Guanghzou torna in lockdown dopo aver registrato 20 casi covid in una settimana. Continua il botta e risposta tra Usa e Cina sull'origine del covid.

In seguito all’aumento di casi covid in una settimana, la città di Guanghzou, nella Cina meridionale, ha deciso di attuare un nuovo lockdown. Chiusi negozi, ristoranti, scuole e asili. Previsti test di massa in diversi quartieri.

Lockdown a Guangzhou, crescono i casi covid

In Cina il pericolo covid non è ancora scampato: la città di Guanghzou (Cina meridionale) ha deciso di attuare un nuovo lockdown, in seguito alla crescita di casi nell’ultima settimana.

Le autorità della città che conta circa 15 milioni di abitanti ha chiuso il quartiere centrale Liwan, dopo aver registrato 20 casi.

Lockdown a Guangzhou, test negozi chiusi

Nonostante il numero di casi sia contenuto e poco allarmante rispetto agli standard registrati nei primi mesi di pandemia, le autorità censi hanno optato per la prevenzione. Ordinati test di massa per tutti gli abitanti dei quartieri, con tamponi molecolari e nel caso si attuerà il solito iter di isolamento preventivo dei positivi.

Nei quartieri sono stati chiusi tutti i bar, ristoranti, pub e mercati all’aperto. Ne consegue anche una chiusura delle scuole e degli asili nido, ma ala momento è stata sospesa anche la didattica a distanza. Le stesse restrizioni sono state apploicate anche agli abitanti di 4 quartieri limitrofi alla città, per sicurezza e per evitare nuovi focolai rapidi.

Lockdown Guangzhou, Cina sotto i riflettori americani

Mentre la Cina torna a fare i conti con il covid, gli Usa vogliono fare luce sull’origine del virus. Dopo che il presidente americano Biden aveva ordinato all’intelligence di indagare sulla presunta origine artificiale (in laboratorio del covid), è arrivata puntuale la risposta del portavoce del Ministero degli Esteri Zhao Lijian: “Le motivazioni e gli scopi dell’amministrazione Biden sono chiari, mentre l’oscura storia della comunità dell’intelligence statunitense è nota da tempo al mondo“.

Più nello specifico, lo scorso mercoledì 26 maggio Joe Biden aveva ordinato alle sue agenzie segrete di riferire entro agosto ulteriori dettagli sulle cause dell’origine del covid, cercando di scoprire se sia stato creato da fonti animali, vegetali o se si tratti di un incidente di laboratorio.

Nonostante l‘Oms abbia già decretato come altamente improbabile l’ipotesi artificale del virus, gli Usa hanno comunque avviato delle indagini in segreto. Una mossa che la Cina rifiuta, accusando il paese americano di cospirazione e di politicizzazione della questione per distorgliere l’occhio mediatico dalla cattiva gestione interna del virus.