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Ciro Grillo e gli altri 3 imputati per stupro scelgono il rito ordinario: cosa rischiano?

Ciro Grillo

Ciro Grillo e gli altri 3 imputati per stupro scelgono il rito ordinario: cosa rischiano? In caso di condanna la pena prevista va da 6 a 12 anni

Ciro Grillo e gli altri 3 imputati per il presunto stupro del 17 luglio 2019 in Sardegna scelgono il rito ordinario: cosa rischiano e come sono arrivati alla decisione di andare in aula senza sconti di pena? La decisione è una mezza sorpresa ed è figlia dell’udienza con cui il Gup Interlandi aveva rinviato a giudizio i quattro, fissando al 20 ottobre la data entro la quale le parti avrebbero dovuto scegliere con quale rito essere giudicate e sulla scorta di quali atti per cui la Procura ha agito (con l’abbreviato gli atti sono congelati allo stato delle indagini, senza integrazioni).

Ciro Grillo e gli altri verso il rito ordinario: in caso di condanna niente sconti

I quattro ragazzi dunque, Il figlio di Beppe Grillo, Vittorio Lauria, Edoardo Capitta e Francesco Corsiglia, andranno a processo con rito ordinario per la violenza carnale presunta e filmata in danno di una ragazza ospitata nella villa sarda del leader M5S. Significa che non avranno sconti di pena ma avranno un “margine di manovra difensiva” più ampio. Insomma, se la rischiano, perché in caso di condanna con l’abbreviato la pena è decurtata di un terzo, ma con rito ordinario la pena non prevede sconti e va da 6 a 12 anni di carcere.

Grillo jr e gli altri scelgono il rito ordinario: da 6 a 12 anni di pena prevista

Questo a contare che il reato rubricato in atti sarebbe stato commesso pochi giorni prima che entrasse in vigore la legge sul Codice Rosso, che prevede pene più robuste, da un minimo di 8 ad un massimo di 14 anni. I media fanno sapere che la scelta di andare ad ordinario non è stata unanime e condivisa da subito: dei quattro imputati due avrebbero voluto il rito abbreviato.

Grillo e Corsiglia favorevoli al rito ordinario, gli altri due propendevano per l’abbreviato

Alla fine, dopo un summit fiume con gli avvocati si è arrivati ad una scelta. Capitta e Lauria, difesi dagli avvocati Ernesto Monteverde, Mariano Mameli ed Alessandro Vaccaro, avrebbero voluto l’abbreviato, mentre Grillo e Corsiglia, rappresentati dagli avvocati Enrico Grillo, Andrea Vernazza, Romano Raimondo e Gennaro Velle, preferivano il rito ordinario. Attenzione, la scelta del rito non è vincolante e non rappresenta un impegno da cui è impossibile recedere una volta preso.