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Come difendersi dalle truffe alimentari

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Secondo l’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, le infezioni tra i Paesi Ue sono in aumento, balzate in un anno da 43 mila a quasi 70 mila. In cima agli agenti più pericolosi ci sono il campylobacter e i vari tipi di salmonella, che provocano nell’uomo forti dolori addominali, ...

Secondo l’Efsa, l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare, le infezioni tra i Paesi Ue sono in aumento, balzate in un anno da 43 mila a quasi 70 mila. In cima agli agenti più pericolosi ci sono il campylobacter e i vari tipi di salmonella, che provocano nell’uomo forti dolori addominali, nausea e febbre. Accanto al problema infezioni, si fa strada quello legato al tasso troppo alto di pesticidi: se assunti in eccesso sono tossici per il sangue e, a lungo andare, alcuni sono cancerogeni. Anche in Italia il 2013 è stato finora l’anno degli scandali alimentari: basti pensare alla scoperta di mozzarelle prodotte con latte infetto a Caserta.

L’Efsa ha stilato l’elenco dei cibi nei quali ha riscontrato pesticidi e residui chimici superiori al consentito. Ecco i prodotti sui quali tenere alta l’attenzione: peperoni dall’Uganda, pepe indiano, piselli del Kenya, pomodori cinesi, aglio argentino, arance egiziane, fragole etiopi, pere slovene. I prodotti provenienti da alcuni Paesi potrebbe essere a rischio, quindi è consigliabile stare alla larga dai cibi di cui non è riportata la zona d’origine. Ecco qualche accorgimento su come difendersi dalle truffe alimentari:

1) La verdura in busta: prima di comprarla, bisogna verificare che la confezione sia integra e ben fredda. D’estate non va acquistata quando è molto vicina alla scadenza;

2) Il pane sotto costo è un prodotto meno nutriente e digeribile. Gli additivi e i conservanti per farlo durare più a lungo possono provocare disturbi gastrici o reazioni allergiche;

3) L’olio extra-vergine di oliva da pochi euro spesso è un prodotto scadente dal punto di vista nutritivo. Ci sono casi di olio importato dalla Tunisia che viene spacciato per italiano: ha un contenuto inferiore di antiossidanti, che sono sostanze chimiche utili per l’organismo. L’etichetta dell’olio dovrebbe riportare non solo lo stabilimento di produzione, ma anche la provenienza delle olive;

4) Attenzione al pesce in vendita nei supermercati, soprattutto se la loro provenienza è da Paesi lontani. Arrivando da lontano, il prodotto è inevitabilmente esposto a maggiori fattori di rischio;

5) Occhio al contatto: nel frigo, non lasciare carne e pesce a contatto con altri alimenti, soprattutto verdure. Il trasferimento dei batteri dal cibo cotto a quello crudo è una delle prime cause di infezione.