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Covid, Draghi: "La pandemia non è finita, dobbiamo fronteggiare l'emergere di pericolose varianti"

Draghi pandemia

"A più di un anno dall’esplosione della crisi sanitaria, possiamo pensare al futuro con maggiore fiducia", dichiara Draghi avvertendo sul pericolo varianti.

In Italia e nel resto d’Europa si comincia a respirare un clima di normalità. Complice la bella stagione e la campagna vaccinale che procede spedita, in tanti iniziano a pensare all’estate. Desiderosi di godersi il sole e il caldo con più spensieratezza, molti stanno approfittando dell’allentamento delle restrizioni e del Green Pass per tornare a viaggiare. Fiducioso anche il premier Mario Draghi, il quale ha però raccomandato massima prudenza, perché la pandemia non è finita e preoccupano le varianti del virus.

Draghi, la pandemia migliora ma non è ancora finita

Intervenuto all’Adunanza solenne di chiusura dell’anno accademico dell’Accademia Nazionale dei Lincei, il premier Draghi ha dichiarato: “A più di un anno dall’esplosione della crisi sanitaria, possiamo finalmente pensare al futuro con maggiore fiducia. La campagna di vaccinazione procede spedita, in Italia e in Europa”. Tuttavia, non sono mancate le raccomandazioni: “Dobbiamo essere realistici: la pandemia non è finita” e “anche quando lo sarà, avremo a lungo a che fare con le sue conseguenze.

In particolare, il lockdown prolungato e le molte chiusure adottate per contenere il dilagare della pandemia hanno provocato ingenti perdite economiche. Lo ha sottolineato lo stesso Mario Draghi, per il quale la crisi economica generata dall’emergenza coronavirus non ha “precedenti nella storia recente”.

Draghi: “Crisi economica senza precedenti causata dalla pandemia”

Commentando la grave crisi economica che il nostro Paese sta affrontando, il premier ha spiegato l’esigenza di chiudere per frenare il contagio. In particolare, “la politica sanitaria doveva avere la priorità. Non avevamo alternative”. Poi ha dichiarato: “L’aumento nel debito totale rispetto al 2019 è una misura molto significativa del costo economico di questa pandemia, senza contare l’impatto sulle diseguaglianze. In Italia, secondo le stime della Commissione Europea, il debito pubblico aumenterà dal 135% del Pil, al 160%. Si tratta di un incremento maggiore rispetto a quello della grande crisi finanziaria”.

Quindi ha precisato: “È molto probabile che, per diverse ragioni, questa fase di crescita del debito, pubblico e privato, non sia ancora terminata. Dobbiamo fronteggiare l’emergere di nuove e pericolose varianti del virus. Rimaniamo pronti a intervenire con convinzione nel caso ci fosse un aggravarsi della pandemia tale da provocare danni all’economia del Paese”.

Per riparare i danni economici causati dalla pandemia “dobbiamo raggiungere tassi di crescita più elevati e sostenibili che non nel recente passato, per aiutare non solo chi non aveva un lavoro prima della pandemia, ma anche chi lo ha perso in questi mesi e chi potrebbe perderlo nei prossimi anni”. Tra gli obiettivi, ha ricordato, c’è anche il miglioramento della “partecipazione al mercato del lavoro di giovani e donne”.

Draghi, la variante Delta potrebbe peggiorare la pandemia e la crisi

Oltre agli esperti che raccomandano prudenza per la diffusione della variante Delta, più facilmente trasmissibile, anche il premier Draghi avverte sui rischi della nuova mutazione del virus.

Infatti, ha dichiarato: “La pandemia non è finita, non se siamo ancora fuori, va ancora affrontata con determinazione, attenzione e vigilanza. La variante Delta sta creando incertezza anche sulla ripresa economica. In Italia serve continuare con determinazione la campagna vaccinale, continuare e aumentare i tamponi, aumentare il sequenziamento”.