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Crisanti: “I no vax? Sono un problema mediatico sopravvalutato, non un un problema sociale”

Il professor Andrea Crisanti

Crisanti: “I no vax? Sono un problema mediatico sopravvalutato, io favorevole all'obbligo vaccinale, però è importante dire agli italiani dei richiami"

Andrea Crisanti non ha dubbi sul tema caldo di queste settimanee lo dice chiaramente: “I no vax? Sono un problema mediatico sopravvalutato, non un un problema sociale”. In buona sostanza il microbiologo dell’università di Padova ridimensiona la portata sanitaria delle persone contrarie al vaccino e mette l’accento sulla sovraesposizione mediatica che ai no vax ha dato “dignità di categoria” ma non certo possibilità concreta di influire sull’andamento della lotta al coronavirus.

I no vax sono “un problema sopravvalutato”, parola di Andrea Crisanti

Crisanti è partito da una considerazione che mette la situazione del 2020 a raffronto con quella attuale, e rispetto all’anno scorso la differenza c’è: “Quella più importante è che abbiamo i vaccini e che la maggior parte delle persone si è vaccinata”. Poi l’affondo sulla famigerata “questione no vax”, che a suo dire questione non è se non nei termini di appannaggio pubblicistico sui media: “I no vax sono più un problema mediatico e sopravvalutato che un problema sociale“. Insomma, il microbiologo dell’università di Padova ha altre questioni, quelle si davvero cruciali, da analizzare, e le enuncia.

No vax “problema sopravvalutato, si all’obbligo vaccinale ma si chiariscano le sanzioni per chi disattende”

Ha spiegato Crisanti: “Io sono favorevole all’obbligo vaccinale, però è importante dire agli italiani anche che questi vaccini hanno bisogno di frequenti richiami. Certo mi piacerebbe anche che oltre l’obbligo vaccinale si chiarisse come viene implementato l’obbligo vaccinale”. Che significa nel concreto? “Che tipo di sanzione viene comminata a chi non si vaccina. E che possibilità ci sono poi di comminare questa sanzione. L’obbligo vaccinale non deve essere come il green pass ma deve essere qualcosa di più”. Un altro tema delicato è quello ormai ricorrente perché in agenda di governo della terza dose per i soggetti immunodepressi e fragili.

Terza dose precauzione giusta e no vax “problema sopravvalutato”: il parere di Crisanti

Ha detto Crisanti: “A livello precauzionale mi trova completamente d’accordo con queste categorie, però l’aumentata suscettibilità in Israele e in Inghilterra potrebbe essere legata al fatto che alcune varianti hanno maggiore potere di trasmissione”. Poi la chiosa con uno sguardo all’estero, a quei “paesi laboratorio” cioè che hanno un calendario di contrasto al covid anticipato rispetto all’Italia e che per la stessa possono fungere da banca dati: “Tra un mese avremo dei dati e sapremo con esattezza l’efficacia della terza dose. Se in Israele la terza dose riesce a risolvere il problema, ben venga per tutti. Se non lo risolve, allora la terza dose sarà aggiornata alle varianti”.