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Treni per Lourdes ai pendolari? L'allarme delle associazioni

Lourdes

Il Coordinamento nazionale Pellegrinaggi italiani teme che i treni bianchi per Lourdes vengano soppressi per potenziare la rete dei pendolari.

La libera circolazione, caposaldo dell’Unione europea, è un diritto anche per i malati. E’ quanto è costretto purtroppo a ricordare il Coordinamento nazionale Pellegrinaggi italiani che chiede non solo di non sopprimere il servizio di treni speciali per Lourdes ma anche di “far tornare umani i tempi di percorrenza”.

Lourdes in treno è un calvario

A partire dal duemila infatti “questi treni vengano considerati dalle ferrovie francesi meno dei carri merci” denuncia l’associazione. Il viaggio alle volte rischia di essere persino 10 ore più lungo del previsto, anche a causa di soste in stazioni secondarie o in piena campagna. Nonostante questo, il prezzo del biglietto è diventato di anno in anno sempre più alto.

“Tutto questo, ripetiamo, sulla pelle dei più deboli, i malati. Persone sofferenti, spesso allettate, che escono una volta all’anno dai loro Istituti e case e che sono costrette a vivere un autentico calvario. Persone che desiderano per un anno intero di poter partecipare come protagonisti ad un pellegrinaggio a Lourdes, e che vengono considerati meno di oggetti o cose inanimate da trasportare” lamenta il Cnpi.

Con il tempo quindi c’è stato un drastico calo del numero di prenotazioni dei cosiddetti “treni bianchi”, anche se questo rimane l’unico mezzo di trasporto per molte categorie di malati, tra cui quelli che presentano disabilità fisiche gravi. Ecco perché nelle settimane scorse è circolata la voce della “soppressione del servizio di treni speciali per Lourdes per così destinare quei convogli al potenziamento della rete dei pendolari della Lombardia”.

No a selezione dei malati

Una notizia per fortuna successivamente smentita ma che non rassicura le associazioni che accompagnano malati e pellegrini a Lourdes. Il Cnpi rivolge quindi un appello alle Autorità Politiche e Istituzionali affinché, appunto, “la libera circolazione delle persone, sane o ammalate che siano, autentico pilastro della nostra Unione Europea, venga realmente rispettato e fatto rispettare a favore dei più deboli”.

Un problema oltretutto facilmente risolvibile. Se i treni tornassero ad avere tempi di percorrenza normali, il servizio avrebbe una decisa ripresa. Il rischio infatti è che, se si continua in questa maniera, bisognerà “selezionare e scegliere il tipo di malato che si può portare a Lourdes“.

“Non è questione semplicemente religiosa. È questione di rispetto dei Diritti Umani, diritti che la Francia ha insegnato al mondo ma che le proprie Ferrovie stentano a ricordare quando devono fornire un servizio a favore dei malati” chiarisce il Coordinamento. “Ci auguriamo – conclude in una nota – che questa stagione di Pellegrinaggi da poco conclusa sia l’ultima di una serie drammatica e che dal prossimo anno 2019 si possa tornare a una situazione di piena normalità. Per tutti. Nessuno escluso“.