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Morte Desirée, parla il padre: "attirata in una trappola"

padre desirè

Il padre di Desirée ha rotto il silenzio dopo la morte della figlia. "Era brava, poi ha conosciuto i tossici. Quella sera è caduta in trappola".

Il padre di Desirée, Gianluca Zuncheddu, si è aperto ai microfoni di Storie Italiane, su Rai 2. L’uomo è stato arrestato nel 2002 nell’ambito dell’operazione Bassotti. Era ritenuto uno dei capi dello spaccio nella zona di Latina.

Le parole del padre di Desirée

Per la prima volta dal 19 ottobre, giorno della morte di Desirée, il padre decide di parlare, e lo fa nel giorno dei funerali. Gianluca Zuncheddu, 38 anni, è il papà di Desirée, la 16enne drogata e uccisa nel quartiere San Lorenzo, a Roma. L’uomo ha spiegato subito il suo silenzio di questi giorni: “Fino ad oggi non ho mai parlato perché ho un dolore che non riesco nemmeno a parlare. Che idea mi sono fatto? L’hanno portata là, è stata una trappola. Lei non rimaneva mai in giro, rientrava sempre”.

Zuncheddu ha descritto il legame con la figlia: “Sono morto anche io insieme a mia figlia. Lei per me era tutto e io ero tutto per lei”. Nelle parole dell’uomo la speranza che venga fatta giustizia per la morte di Desirée: “spero che le persone che erano con lei paghino. Spero che facciano qualcosa. Loro sono i carnefici“.

I tentativi di salvarla dalla droga

“Pur non avendola riconosciuta alla nascita, mi sono sempre interessato al mantenimento di Desirée” ha detto il 38enne. L’uomo ha ammesso di aver fatto di tutto per strapparla al giro di tossici e droga in cui era entrata da due o tre mesi. “Era una bambina tranquilla fino alle medie, – ha spiegato Zuncheddu – poi sono arrivati quei tossici“.

“Desirée non si era mai bucata. Fumava qualche canna e beveva birra, quello sì. Era sempre bella, profumata, ordinata“. Così il padre ha descritto la figlia, concludendo: “amava la vita, le piaceva divertirsi con gli amici. Era bravissima”.