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Neonato gravemente malato abbandonato in ospedale dai genitori

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Affetto da leucinosi, è stato abbandonato al Giovanni XXIII. In attesa di affido, si moltiplicano gli appelli per recuperare beni di prima necessità.

Un bambino appena nato, gravemente malato, è stato abbandonato in ospedale. La madre che è sempre rimasta con il piccolo, un giorno è uscita senza fare più ritorno. In attesa di essere mandato in affido, è partita una gara di solidarietà per recuperare abiti e beni di prima necessità.

Piccolo abbandonato: via alla gara di solidarietà

Il piccolo di soli 40 giorni è affetto da una gravissima malattia metabolica. Il padre e la madre lo hanno lasciato all’ospedale Giovanni XXIII di Bari. I genitori, entrambi di origini rumene, vivrebbero in condizioni economiche difficili. Per questo non sarebbero stati pronti a sostenere economicamente le cure del piccolo. Oltre alla malattia metabolica, al momento della nascita gli sono stati diagnosticati dei problemi cardiaci. Un’infermiera dice: “Quella dei genitori è stata una scelta che non possiamo giudicare, ma che certo è stata fatta nell’interesse del piccolo”. Poco più di un mese di vita, il piccolo ha già sofferto abbastanza. E’ in attesa di essere mandato in affido presso qualche famiglia, ma nel frattempo è scattata una gara di solidarietà attraverso i social. Su gruppi Whattsapp e su Facebook sono stati lanciati degli appelli per recuperare vestitini e oggetti di prima necessità per il piccolo.

La madre uscita non fa più ritorno

Dalle poche testimonianze apprese in ospedale si sa che il bambino è nato il 24 settembre 2018 a Taranto. Pochi giorni dopo è stato portato nell’ospedale Giovanni XXIII di Bari dove i medici gli hanno diagnosticato la leucinosi, una malattia genetica dovuta a un disturbo del metabolismo, e il problema cardiaco. Quindi il piccolo è stato trasferito nel reparto relativo alle malattie metaboliche, dove è tutt’ora ricoverato. La madre del bambino è rimasta con lui per circa un mese. Ma un giorno è uscita dall’ospedale e non ha fatto più ritorno. L’azienda ospedaliera si è precipitata nel segnalare l’accaduto alle autorità competenti, alle forze dell’ordine, ai servizi sociali e al Tribunale dei Minori.