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Omicidio Desirée, il pusher: "non le ho dato io la droga"

Desirée Mariottini

Non fu il pusher arrestato a cedere la droga a Desirée Mariottini. Il gip fa cadere l'aggravante di cessione di sostanza stupefacente a minore.

Cade un’altra accusa nei confronti di uno degli indagati per la morte di Desirée Mariottini, la 16enne di Cisterna di Latina ritrovata senza vita in uno stabile abbandonato in via dei Lucani a Roma. Marco Mancini , il pusher 36enne, resta in carcere ma senza l’aggravante della cessione di sostanza stupefacente ad un minore.

Cade un’accusa per il pusher

“Accuse che cadono, posizioni che si alleggeriscono, indagati che propongono ricostruzioni fantasiose… Desirée merita giustizia, i criminali che l’hanno uccisa devono pagare tutto, noi non la dimentichiamo! Un abbraccio alla mamma” scrive su Facebook Matteo Salvini. I giudici del Riesame infatti hanno annullato l’accusa di omicidio volontario per Chima Alinno e Brian Minteh, due degli arrestati per la morte di Desirée Mariottini, la 16enne ritrovata senza vita in uno stabile abbandonato nel quartiere San Lorenzo di Roma.

Per il Riesame infatti non ci sono elementi sufficienti a dimostrare che i due abbiamo hanno materialmente ucciso la ragazzina. Derubricata inoltre l’accusa di violenza sessuale di gruppo in abuso sessuale aggravato dalla minore età della vittima. I due indagati rimangono in carcere, con il riconoscimento inoltre del reato di spaccio. Nella giornata di ieri, mercoledì 14 novembre 2018, il gip ha inoltre rivisto anche la posizione di un altro indagato.

Per il giudice infatti non è stato Marco Mancini a cedere la droga a Desirée Mariottini. Era stata una testimone, Antonella, a puntare il dito contro il pusher 36enne. Nell’interrogatorio di convalida del fermo, il giovane ha sostenuto però che la notte della tragedia non si trovava nello stabile di via dei Lucani, assicurando di non aver mai ceduto della droga alla 16enne di Cisterna di Latina. L’uomo comunque resta in carcere, anche se per lui è caduta l’aggravante della cessione di sostanza stupefacente ad un minore.

Gli altri indagati

Ascoltato infine nella giornata di ieri Yusif Salia, il 32enne ghanese attualmente rinchiuso nel carcere di Foggia. Il suo avvocato spiega che l’uomo ha raccontato di aver saputo del decesso di Desirée solo il giorno seguente e “di aver pianto”. Attesa invece per i prossimi giorni la decisione del tribunale del Riesame di Roma in merito all’istanza di scarcerazione avanzata dai difensori di un altro degli arrestati, il senegalese di 26 anni Mamadou Gara.