Antonella Ferrari La società Autostrade per l’Italia ritiene la ricostruzione del Ponte Morandi, sulla A10, un obbligo e un diritto e annuncia di “adottare ogni azione” nel caso in cui questi “obblighi e diritti fossero preclusi”. Il direttore di Aspi, Roberto Tomasi ha inviato una lettera al commissario straordinario per la ricostruzione Marco Bucci. A riportare la notizia è Il Secolo XIX.
La lettera di Aspi
Secondo quanto riportato dai media, la lettera di Aspi rappresenta il primo vero segnale di ‘ostilità‘ nei confronti del percorso deciso dal governo che di fatto esclude Autostrade dalla realizzazione del nuovo viadotto. La società ha annunciato che, nel caso in cui venisse davvero estromessa, come prevede il Decreto, non rimarrà a guardare, anche alla luce del fatto che “le cause del crollo sono ben lungi dall’essere accertate”.
La missiva quindi mette in guardia la struttura commissariale e il governo. Autostrade ha infatti ribadito la possibilità di ricostruire il ponte in 9 mesi al costo di 224 milioni, la disponibilità di operare con altre imprese e la possibilità di modificare il programma in funzione delle preferenze del commissario.
La replica
Gli articoli comparsi su La stampa e Il secolo XIX, non hanno fatto piacere ad Autostrade, che ha pubblicato una nota in cui spiega che interpretare la lettera come “azione interdittiva della ricostruzione del Ponte è fuori luogo”. Gli articoli infatti ipotizzavano una ‘diffida‘ informale al commissario per scongiurare l’esclusione dalla demolizione e progettazione del nuovo ponte. “Fin dai primi momenti dopo la tragedia, Autostrade per l’Italia ha lavorato a una soluzione di ricostruzione in linea con le aspettative delle autorità locali e che garantisse tempi di ricostruzione molto contenuti” si legge sulla nota.
