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Paolo Scaroni: "invalido dopo il pestaggio dei poliziotti"

Paolo Scaroni

Dopo 13 anni Paolo Scaroni deve ancora lottare per ottenere giustizia. E chiede che sulle divise degli agenti ci sia il numero identificativo.

“Io, a differenza di Stefano Cucchi, Federico Aldrovandi e Giuseppe Uva, posso raccontare quello che è successo” sottolinea Paolo Scaroni, 42 anni, che attende giustizia per quanto gli è accaduto a margine di una partita del Brescia, anche se sono già passati 13 anni. Il 24 settembre del 2005 ci furono infatti violenti scontri fuori dallo stadio, tra frange degli ultras e forze dell’ordine.

Paolo Scaroni: serve identificativo sulle divise

“Ricordo solo i colpi di manganello che affondavano nella testa, con il lato duro. Al processo stesso, il medico legale testimoniando ha detto che il tipo di affossamento cranico che avevo era dovuto al pestaggio con i manganelli al contrario” racconta Paolo Scaroni, intervistato da Tpi.it.

Il ragazzo rimase un mese in coma e quando tutti, medici compresi, avevano ormai perso la speranza di un suo risveglio Paolo ha riaperto invece gli occhi. Ma “ho perso 20 anni di memoria e sono invalido civile al 100 per cento“, sottolinea. Finora però non c’è stata nessuna condanna. “Il processo di primo grado l’ho perso, ma ho potuto fare causa civile allo Stato e vincerla. E ottenere parte del risarcimento. Parte lo avrò quando vincerò l’appello” specifica Paolo Scaroni.

Il giudice della Corte d’Assise infatti nella sentenza ha evedenziato come “‘la polizia quel giorno invece di fare ordine fece disordine’ (parole testuali del giudice), e ha detto anche che la polizia tutta era responsabile, non il singolo, perché il singolo non si poteva identificare per colpa della mancanza di codici identificativi sulle divise”, ricorda.

Il 42enne infatti chiarisce: “Mi fa rabbia che i cittadini non si rendano conto che lo Stato sta sperperando i loro soldi per risarcire cittadini come me, dato che non vengono identificati i colpevoli e che dovrebbero essere loro a pagare. – concludendo – A me sarebbe andato bene prendere meno soldi ma sapendo che a pagare è stato chi mi ha fatto del male. Chi è veramente colpevole, non la collettività. Questo dovrebbe indignare la popolazione italiana.