> > Milano, polemiche per il presepe dei profughi

Milano, polemiche per il presepe dei profughi

Milano, il presepe dei profughi fa scalpore

La Sacra Famiglia su un gommone. Giuseppe e Maria vegliano sul loro bambino, mentre la loro imbarcazione è in balia del mare.

La Casa della Carità di via Brambilla, a Milano, ha allestito il proprio presepe. La rappresentazione del viaggio di Maria e Giuseppe per far nascere Gesù bambino, però, fa scalpore. Motivo? L’intera Sacra Famiglia è rappresentata come dei profughi su un gommone. La scelta della rappresentazione fa discutere, con chi dice che si tratti di una provocazione “immigrazionista” col solo obiettivo di rovinare le feste natalizie e chi ha apprezzato la volontà di attualizzare il presepe a un tema su cui il Paese è dibattuto.

I profughi del presepe

La Sacra Famiglia su un gommone. Giuseppe e Maria vegliano sul loro bambino, mentre l’imbarcazione su cui sono a bordo è alla mercé del mare, da cui affiorano mani nere, simbolo di chi è morto annegato nel tentativo di raggiungere l’Italia. Anche per Gesù bambino l’accesso è precluso, perché per lui, come tutti i profughi, è stato innalzato un muro con del filo spinato. Il messaggio arriva forte e chiaro ai diretti interessati, i politici, innanzitutto, che bocciano la rappresentazione, bollandola come un tentativo grottesco di strumentalizzare la Sacra Famiglia per un messaggio politico.

È il caso di Silvia Sardone, consigliere comunale e regionale del Gruppo Misto a Milano, che ha commentato: “L’ennesimo tentativo di sfruttare simboli del Natale per lanciare messaggi politici e rovinare le nostre tradizioni“. All’Ansa, la Sardone ha poi aggiunto che sembra quasi paradossale la situazione creatasi: se fino a ieri era aperto il dibattito sulla cancellazione o meno del Natale in alcune scuole, oggi compare il Presepe dei profughi “usato come clava pro immigrazione”.

Gli altri presepi

Quello di Milano non è l’unico. Il primato di rappresentare la Sacra Famiglia come dei profughi che cercano di raggiungere le coste italiane non è del capoluogo lombardo. I primi a inaugurare questa attualizzazione del presepe sono stati i fedeli della Parrocchia romana di San Giuda Taddeo Apostolo, nel 2015. I parrocchiani hanno realizzato una spiaggia con un piccolo molo, dove sembrano accalcarsi delle persone, che all’orizzonte hanno visto avvicinarsi un gommone a motore, con a bordo proprio Maria, Giuseppe e Gesù bambino.

Ancora prima di Milano, un altra città ha avuto l’idea del presepe dei profughi: Acquaviva delle Fonti, comune che si trova a 25 chilometri da Bari. La rappresentazione è molto più cruda di quella dei parrocchiani di San Giuda Taddeo Apostolo: Giuseppe e Maria non sono più a bordo del gommone, ma in balia delle onde di un mare fatto con bottiglie di plastica. Su un salvagente è stato appoggiato, invece, Gesù bambino, di colore. In mezzo al “mare”, poi, affiorano anche le braccia nere dei profughi annegati. “Il bambino nasce nel mare”, ha raccontato a La Repubblica il sindaco di Acquaviva delle Fonti, Davide Carlucci, “Dove con Giuseppe e Maria, profughi, non accolti da nessuno, vive l’esperienza che molti migranti affrontano nel nostro Mar Mediterraneo”.